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 2004  agosto 24 Martedì calendario

Forza, vieta il denaro (...) Il mio appello a Voi, compagno Lenin, (...) è forse un’azione impudente e indegna; ma, come socialista della vera uguaglianza e fratellanza di tutta l’umanità, io non posso tacere

Forza, vieta il denaro (...) Il mio appello a Voi, compagno Lenin, (...) è forse un’azione impudente e indegna; ma, come socialista della vera uguaglianza e fratellanza di tutta l’umanità, io non posso tacere.(...) Nella questione finanziaria e alimentare consiste tutta la tragedia dell’attuale situazione, e queste due questioni sono indissolubilmente legate l’una all’altra. Sin dal 1917, quando tutti gli operai e gli impiegati chiedevano aumenti, cioè un miglioramento della loro situazione economica, mentre la borghesia imponeva prezzi fantastici su tutti i loro prodotti, allo scopo di rimpinzarsi le tasche al massimo, era possibile prevedere la grave situazione finanziaria della Russia. Col passare del tempo tutto è progressivamente peggiorato, giungendo fino alla totale impossibilità di vivere nelle vecchie condizioni. Il governo degli operai e dei contadini, con l’aiuto di tutti gli elementi coscienti, deve trovare i mezzi per correggere tutte le carenze della vita. A guardare la vita a mente fredda, allora a cosa servono questi diabolici soldi, quando tutta la vita consiste nell’alimentazione, nell’abbigliamento e nell’alloggio, e solo dopo viene tutto il resto? Come figlio di un contadino povero, io vedo benissimo che l’operaio e il contadino possono vivere felicemente senza questo retaggio borghese di vile metallo o di carta: il danaro; ma per il borghese e lo speculatore questo sarà il colpo definitivo e mortale, che porrà fine alla loro inutile vita. ”Chi non lavora non mangia”. l’ora che la Russia Sovietica, come prima repubblica socialista, prenda l’iniziativa di distruggere il danaro, questo grande male universale, sostituendolo con una determinata aliquota in natura per ogni uomo del lavoro. (...) Penso che il contadino stesso porterà la sua produzione, solo bisogna chiarirgli la vera situazione, cioè occorre che egli sappia cos’è il Regime Sovietico e la Russia e occorre ripulire la sua mente dalle menzogne che la contaminano (s’intende, parlo del contadino non cosciente che, come dicono, seppellisce i prodotti della terra, piuttosto che aiutare il Regime Sovietico). I. A. Suprun, impiegato alla Posta centrale di Mosca, gennaio 1919