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 2004  agosto 24 Martedì calendario

DE SISTI Giancarlo

DE SISTI Giancarlo Roma 13 marzo 1943. Ex calciatore. Con la nazionale (29 presenze, 4 gol) fu campione d’Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970. Campione d’Italia con la Fiorentina nel 1968/1969, con la Roma vinse la coppa delle Fiere del 1961. Allenatore, nell’82 condusse la Fiorentina al secondo posto in campionato (dietro la Juventus), dal marzo 2009 sulla panchina della nazionale parlamentare • «[…] “Picchio” De Sisti […] è uno di cuore che ha pagato sulla propria pelle la crociata contro LucianoMoggi. […] Dopo una brillante carriera calcistica, ha fatto l’allenatore sfiorando lo scudetto coi Viola nell’1981/82. Poi l’esperienza di Ascoli nel ’92. “L’ultima. In quell’annata non arrivai a mangiare il panettone per una serie di contrasti col presidente Costantino Rozzi. Qualcuno, probabilmente vicino alla società, mi ha anche buttato una bomba carta sotto casa per intimidirmi. Ma se dopo Ascoli, sono sparito dal mondo del calcio le ragioni sono altre. Quali? Nel ’94 sono stato il primo a denunciare un sistema, di riperimento e smistamento di calciatori e allenatori di medio calibro, capeggiato da Moggi. Feci un’indagine approfondita, ero riuscito a documentare le mie accuse. Dopo però non ci sono stati sviluppi. Credevo fossi premiato per il mio gesto, invece è avvenuto il contrario. La denuncia è caduta nel vuoto ed io sono stato fatto fuori dal giro degli allenatori. Successivamente all’esonero di Ascoli avevo avuto ben 4 offerte in pochi mesi: due squadre di B, una di A e l’ultima dall’Olimpiakos. Dopo le esternazioni sul ‘sistemaMoggi’ nessuna società si è fatta più sentire. Anzi solo una, la Rossanese che milita in quarta categoria […] In molti si potevano schierare in mia difesa ma non hanno avuto il coraggio di opporsi contro il potentato. Va sempre così. Così ho preferito isolarmi, rifugiarmi nella famiglia. […]”» (Giacomo Russo Spena, “il manifesto” 12/3/2009) • «Soprannominato “Picchio”, è romano purosangue e nelle giovanili della Roma lo nota Schiaffino. Il grande “Pepe” scommette sul suo futuro e vince: il ragazzino non avrà la sua classe, ma forse ha imparato da lui la visione di gioco e l’intelligenza nello stare in campo. Apre e chiude in giallorosso, ma i suoi anni migliori sono alla Fiorentina, dove diventa un leader e conquista il secondo scudetto della storia viola, nel ’69. Il percorso in nazionale è sontuoso, specie se si pensa alla concorrenza di campioni come Rivera, come Bulgarelli, come Juliano. Valcareggi ne ha molta stima e lo rischia (è solo alla sua terza presenza) nella finale bis degli europei del ’68 all’Olimpico, contro la Jugoslavia. A venticinque anni è così campione d’Europa, a ventisette sarà titolare indiscusso ai mondiali di Mexico ’70: mentre Rivera e Mazzola si danno il cambio nella famosa e controversa “staffetta”, lui è l’unico centrocampista azzurro a disputare tutte le partite di quei mondiali senza mai esser sostituito. Testimonianza, oltre che di una solida affidabilità tattica, di una tenuta atletica non indifferente. A posteriori, ciò che lo distingue da certi fuoriclasse (certo più dotati tecnicamente) è lo spirito di sacrificio, che lo porta a essere un buon incontrista, non soltanto un ottimo regista. Insomma, un centrocampista completo, moderno: anche in un 4-4-2 di oggi sarebbe un perfetto centrale di metà campo» (Dizionario del Calcio Italiano, a cura di Marco Sappino, Baldini&Castoldi 2000).