Daria Egidi, L’Indipendente 15/08/2004, 15 agosto 2004
quando la villeggiatura è una rovina Facendo pochi semplici calcoli è subito evidente che la villeggiatura può essere fatale per le ricchezze di una famiglia, per quanto esse siano solide e consistenti: comperare abiti, cibi e spezie, candele, l’occorrente per imbandire tavolate su tavolate (sempre molto frequentate, perché gli scrocconi non mancano mai)
quando la villeggiatura è una rovina Facendo pochi semplici calcoli è subito evidente che la villeggiatura può essere fatale per le ricchezze di una famiglia, per quanto esse siano solide e consistenti: comperare abiti, cibi e spezie, candele, l’occorrente per imbandire tavolate su tavolate (sempre molto frequentate, perché gli scrocconi non mancano mai). A tutto ciò si sommino le inevitabili perdite al gioco. Sintetizza Goldoni, per bocca di Ferdinando: «Spendono più di quello che possono, e consumano in un mese a Montenero quello che basterebbe loro un anno in Livorno». Poi arrivò la storia a decretare che tutto ciò non sarebbe potuto durare oltre, che non c’erano più i soldi e il tanto tempo libero da impegnare. Si sarebbe dovuto aspettare quasi due secoli perché le vacanze si trasformassero in un fenomeno popolare, con tutto il corollario di stabilimenti balneari, delle mezze pensioni, dell’abbronzatura, delle code in autostrada e delle valigie sul tetto dell’utilitaria. Sicuramente tutto meno raffinato, forse pure massificato, ma di certo più democratico e meno costoso. daria egidi