Daria Egidi, L’Indipendente 15/08/2004, 15 agosto 2004
cosa mettere in valigia Per aggiornarsi sulle novità, le fanciulle guardano alla Francia. L’abbigliamento del Settecento è piuttosto complesso, soprattutto quello delle dame: le intelaiature di osso di balena che gonfiano le gonne sono sostituite da sottogonne e balze di pizzo non meno ingombranti e costose, l’allacciatura del corsetto si sposta sulla schiena
cosa mettere in valigia Per aggiornarsi sulle novità, le fanciulle guardano alla Francia. L’abbigliamento del Settecento è piuttosto complesso, soprattutto quello delle dame: le intelaiature di osso di balena che gonfiano le gonne sono sostituite da sottogonne e balze di pizzo non meno ingombranti e costose, l’allacciatura del corsetto si sposta sulla schiena. Può tornare utile portare delle mantelle: le più belle sono in taffettà rosa o bianco. Per l’uomo, i pantaloni vanno al ginocchio e devono essere coordinati con le calze. Le code della giacca sono rivoltate sui lati e tenute ferme da bottoni. Una vera raffinatezza sono le scarpe con la fibbia. Un gentiluomo non deve dimenticare il cappello a tricorno, da portare sottobraccio visto che l’ingombro delle parrucche è tale da impedire di calzarlo in testa. Pochi bagni in vacanza L’abbigliamento non è solo vanità, è pure una questione di igiene. duro a morire il sospetto che l’acqua dilati i pori e faccia entrare nell’organismo batteri e quindi malattie. Perciò si ricorre a quella che viene chiamata ”pulizia asciutta”. Ce la spiegano due personaggi goldoniani nelle Avventure della villeggiatura. Vittoria: «Mi piace andare ben vestita. Ogni stagione mi piace farmi qualcosa di nuovo. Tutti hanno la loro passione. Io ho quella di vestir bene e di vestire alla moda». Le risponde Ferdinando: «La pulizia certamente è quella che fa distinguere le persone». Insomma, per stare puliti basta cambiarsi. E l’abitudine della scarsa igiene ha sostenitori piuttosto illustri, dal momento che addirittura Luigi XIV nei sessantaquattro anni (tra il 1647 e il 1711) in cui fu controllato da tre medici che annotavano ogni giorno il suo stato di salute, fece il bagno una volta sola, mentre di solito si limitava a pulire il viso passandoci un panno imbevuto di alcool etilico. Non era il solo, visto che si racconta del fetore che emanava dalle sontuose stanze di Versailles. Ma l’acqua è pericolosa pure per la morale: nel 1768 il filosofo Diderot proibiva alla figlia ogni abluzione totale per tenerla lontana dalle tentazioni del vizio.