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 2004  agosto 08 Domenica calendario

evoluzione o involuzione? La nostra Cicciolina interpreta al meglio la scena del risveglio della bella addormentata: è la dea del godimento universale, perfetta immagine di un’innocente e eccitante donnità

evoluzione o involuzione? La nostra Cicciolina interpreta al meglio la scena del risveglio della bella addormentata: è la dea del godimento universale, perfetta immagine di un’innocente e eccitante donnità. Nostra signora defunta Moana oltrepassa la figura della puttana svestita di bianco, tutta cuoricini e coroncine e diventa l’icona dell’emancipazione femminile nuda. La sua morte, nel 1994, segna un’inaspettata involuzione di tendenza, dallo stupro per piacere allo stupro per potere, sull’onda dell’esaurimento totale delle ideologie che hanno preteso di usare il porno come clava anti sistema. Verso fine secolo e fine millennio il porno di massa o è multimediale o non è, per sfruttare tutti i supporti tecnologici che ne allargano la diffusione: internet, le tv via cavo e satellitari, il telefonino di terza generazione. Pratiche sessuali sempre più forti devono sostenere serialità sempre più accentuate. Le porno visioni o prevedono il fist fucking (pugno nell’ano, magari fino al braccio), la gang bang (più uomini e una sola donna), il bukkake (eiaculazione collettiva sul corpo dell’attrice) o non sono. E poi ci vogliono tutte le variabili da nicchia: il porno geriatrico, il feticista con varie sotto specie, il sado maso puro, il finto amatoriale per chi si è stufato dei corpi femminili perfetti e di quelli maschili palestrati. Il gay porno fa discorso a sé e il lesbian porno ancora non esiste. E si può dire che siamo solo all’inizio di una nuova fase. «Nel 2002 sono comparse le prime videocassette della linea editoriale dedicata alla pornostar Ursula Cavalcanti», scrive Pietro Adamo, «La terza, intitolata Violenza sessuale estrema, riproduce un video francese diviso in tre episodi ognuno dei quali dettaglia uno stupro (...) Il video è sovraordinato da un preciso elemento: il compiacimento assoluto, privo di compromessi, della messa in scena in cui la violenza è totalmente sessualizzata. Le donne vittime piangono, si rifiutano, tentano di sottrarsi e di resistere ma vengono sopraffatte, costrette e sottomesse dalla bruta forza bruta (...). Mancano del tutto quei dispositivi narrativi estetici e psicologici che i pornografi delle generazioni precedenti hanno in genere impiegato per disinnescare le implicazioni politico-ideologiche più pericolose - nel senso di più platealmente disuguali e autoritarie – del nesso sesso-violenza e della sua messa in scena».