Varie, 22 agosto 2004
Tags : Julia Kristeva
Kristeva Julia
• Sliven (Bulgaria) 24 giugno 1941. Semiologia • «Ha scritto la trilogia di Le génie féminin (il genio femminile), tre libri su tre grandi donne di cultura del XX secolo: Hannah Arendt, Melanie Klein e Colette. [...] ”Mi considero una francese di origine bulgara, di cittadinanza europea e di adozione americana. Da anni insegno anche negli Usa e soprattutto lì, spesso, mi chiedono perché non ho scritto un libro dedicato al femminismo, benché io abbia avuto una grande parte nel movimento femminista. [...] mi sono dissociata dal femminismo di massa. Il femminismo ha generato grandi movimenti provvidenziali per le donne. Abbiamo avuto la rivoluzione borghese, poi quella proletaria, ora è in corso quella del terzo mondo: queste diverse correnti hanno avuto l’obiettivo di realizzare il paradiso sulla terra. Anche nelle culture più lontane si è arrivati a pensare che la libertà è singolare e che non c’è libertà se ogni uomo e ogni donna non riescono a condividerla con gli altri”. [...] dalla Bulgaria arrivò a Parigi con una borsa di studio per il dottorato in semiologia. Diventata ricercatrice, cofondatrice della rivista strutturalista ”Tel Quel”, pupilla di Roland Barthes già nel 1965, raggiunti i più alti livelli accademici, si alterna oggi tra Francia, Stati Uniti, Canada. Semiologa, psicoanalista, critica letteraria, romanziera. [...] ”L’esperienza ora mi fa dire che non si può comprendere completamente la tecnica di un testo, un quadro, un romanzo, senza mettere in relazione la struttura dell’opera con l’esperienza biografica [...] Io parlo di un’esperienza biografica non di superficie, ma di quell’esperienza che in linguaggio freudiano è il soggetto. Si tratta di scoprire gli strati più complessi della personalità di un artista che il critico deve interpretare. All’opera da comprendere va aggiunta quindi la parte nascosta della personalità, che dà la vera misura della complessità del soggetto” [...]» (Ottavio Rossani, ”Corriere della Sera” 22/8/2004).