Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  agosto 21 Sabato calendario

TURISINI

TURISINI Valentina Trieste 16 agosto 1969. Medaglia d’argento nella carabina da 50 metri alle Olimpiadi di Atene (2004) • «Se Valentina da piccola avesse ascoltato la mamma, e si fosse applicata di più all’uncinetto, adesso nessuno si occuperebbe di lei perché non esistono le Olimpiadi del punto croce. Veramente mamma Ezia insistette anche con la danza, la sua bella bambina era perfetta in tutù. ”Ma io mi sono stufata presto, e quando venne in visita al liceo un tizio per fare propaganda al tiro a segno, decisi che avrei provato”. Così comincia la storia di una biondina fuciliera e della sua medaglia d’argento. Una biondina calibro ventidue, che fa secca la gara della vita. [...] Valentina è proprio bella. Fa la guardia forestale, e non si esclude che qualcuno si improvvisi bracconiere per farsi arrestare da lei. Però Valentina sa che le vere campionesse sono un’altra cosa. [...] La carabina da 50 metri è un gesto difficile che ne somma tre. Si deve tirare da terra nella posizione dei soldatini, poi in piedi e in ginocchio. Se si va in finale, dieci colpi solo in piedi. Valentina inginocchiata è stata un drago e in finale ha rimontato una cinese e una kazaka, nel tiro a segno si sale e si scende di decimi di punto, peccato che la russa Ljubov Galkina fosse un mostro irraggiungibile. ”Questo non è mica uno sport cretino, impari a conoscerti e controllarti, ed è anche un paradosso: più sei nervoso e più devi stare fermo, mica come nei cento metri che per sfogarti puoi correre”. Valentina è brava a restare immobile, non respirare, non battere ciglio. Per rimanere come una statua indossa una specie di busto ortopedico di cuoio nero, a metà tra il corpetto della nonna e un giubbotto da motociclista. E i piedi sono appoggiati su scarpe con un piedistallo invece della suola. [...]» (Maurizio Crosetti, ”la Repubblica” 21/8/2004).