varie, 20 agosto 2004
MOCCIA
MOCCIA Federico Roma 20 luglio 1963 (secondo certe fonti - ad esempio Wikipedia - 10 novembre 1963). Scrittore. Regista. Autore tv. Figlio di Giuseppe, sceneggiatore e regista cine-televisivo col nome d’arte di Pipolo, dopo una gavetta all’ombra del padre («Attila flagello di Dio»), trovò in tv le prime soddisfazioni da «solista»: nell’86 fu uno degli sceneggiatori de «I ragazzi della 3ª C». Il successo arrivò con «Tre metri sopra il cielo» (libro e poi film) • «[...] ”Tre metri sopra il cielo l’ho scritto a trent’anni con la voglia di descrivere la gioventù romana. La professione di autore e un’altra cosa, anche se ad unire entrambe c’è la creatività [...] Quando andavo a scuola ero appassionato di Ernest Hemingway, Scott Fitzgerald. Appassionato delle descrizioni dei paesaggi e dell’esternazione letteraria degli stati d’animo. L’amore per la lettura e per la scrittura hanno proceduto di pari passo. Mi piace anche dipingere. [...] Insomma amo qualsiasi forma di espressione artistica”. [...] non ha iniziato come scrittore ma come aiuto regista [...] ”il mio esordio è stato in Attila il flagello di Dio con Diego Abatantuono. Poi sono arrivate le firme come autore de I cervelloni televisivi e ancora Ciao Darwin, Chi ha incastrato Peter Pan sempre con Paolo Bonolis. Sì con lui ho un buon sodalizio” [...]» (Patrizia Saladini, ”Il Messaggero” 19/8/2004) • «[...] Dice la leggenda che Tre metri sopra il cielo sia stato per un decennio un dattiloscritto che le adolescenti di Roma nord si fotocopiavano in un piccolo culto locale, mentre l’autore, Federico Moccia, faceva quel che continua a fare (imbarazzanti varietà tv). Dice la cronaca che nel 2004 lo pubblicò Feltrinelli, quel piccolo libro che era la storia di Babi – ragazza che più di buona famiglia non si sarebbe potuto, a scuola con la divisa e tutto quel che segue – e Step, imbucato alle feste e duro apparente. Dice la fascetta di copertina che Tre metri sopra il cielo ha venduto un milione di copie, nel frattempo c’è stato un film che è Il tempo delle mele delle nuove leve, ha creato un sex symbol per le camerette delle bambine (Riccardo Scamarcio) e fornito nuovi sogni per la fascia dagli otto ai tredici anni. Nel 1980 si sognava di essere Vic, con Mathieu che le infilava le cuffiette del walkman e le faceva sentire Reality. Nel 2004 si è cominciato a sognare di essere Babi, e che Step ti bendasse e poi ti portasse ad Ansedonia, dove – in una casa per entrare nella quale lui aveva sfondato i vetri – avreste fatto l’amore e sarebbe stata la tua prima volta (d’accordo, il binomio vetro-sfondato e perdita-della-verginità è quel che è, ma d’altra parte anche in Intrigo internazionale c’era il treno che entrava nel tunnel, e comunque sul cavalcavia sopra Corso Francia Step scriveva per Babi a caratteri cubitali ”Io e te tre metri sopra il cielo”, francamente il massimo da rimirare mentre in macchina con la mamma si va a scuola con un’impeccabile divisa). Ho voglia di te [...] è il seguito. Step è appena tornato dall’America, è stato lì due anni per dimenticare Babi che non ha più voluto farsi spiegazzare la divisa [...]» (’Il Foglio” 15/2/2006).