Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  agosto 18 Mercoledì calendario

SPINELLI

SPINELLI Aldo Palmi (Reggio Calabria) 4 gennaio 1940. Imprenditore, Possiede attività nel settore dei trasporti e della logistica. Presidente del Livorno calcio dal febbraio 1999, nel 2002 lo ha portato (dopo trent’anni di vani tentativi) in serie B, nel 2004 in A (dopo 55). Presidente del Genoa dal 19 giugno 1985 all’autunno 1997, condusse la squadra nel periodo migliore nel dopoguerra (con una storica vittoria nei quarti di finale di Coppa Uefa, ad Anfield Road contro il Liverpool). «La soddisfazione più grande rimane la promozione in serie A, a Pisa, nell’89, con trentamila tifosi a fare festa in piazza Della Vittoria. E poi i successi contro Juventus e Inter (’90-’91, n. d. r.), per non parlare dell’Uefa (1991-92, n. d. r.): Oviedo, le trasferte di Bucarest, il successo di Anfield Road [...] L’anno successivo alla nostra avventura europea non accettai di vendere a peso d’oro i pezzi migliori, come invece avrei potuto fare, e alla lunga quello si rivelò un clamoroso errore, ma non rinnego nulla. Anzi, rinnovai a certi giocatori i loro contratti su cifre sempre più onerose, che mi portarono al dissesto economico. Aguilera, Skuhravy, Branco: se ci ripenso, quanti campioni aveva quel Genoa» (Filippo Grimaldi, ”La Gazzetta dello Sport” 1/11/2002). «Poteva diventare un buon calciatore, Aldo Spinelli. ”Fino a 17 anni ho fatto parte delle giovanili del Genoa. Ruolo? Terzino- mediano, alla Ruotolo. Difesa, attacco, ma anche tanta pigrizia. Per obbligarmi ad andare alle partite veniva a prendermi la mattina alle 7 il massaggiatore Ferraris. Avevo anche un piccolo stipendio, 500 lire. Ma non ho mai fatto vita da atleta e quindi mi sono arreso presto”. Sarebbe stato un ottimo marinaio. ”A diciannove anni sono stato assunto come motorista navale. Ho girato ilmondo a bordo di splendide navi. Stati Uniti, Golfo Persico, Cuba. Mare, porti, mille incontri. Ogni mese spedivo a casa 100.000 lire. Mia madre Carmela ne metteva da parte la metà. Poi, nel 1958, mio padre Roberto che era imbarcato sulla Bonitas, affondò a cento miglia dalla Nord Carolina. Morì insieme a tanti altri marinai. Quella nave era una carretta che batteva bandiera liberiana. Dopo la tragedia mia madre mi ordinò di tornare subito a Genova. La mia carriera di marinaio era finita [...] Il ’giallo’ è un colore che accompagna la mia vita. Ho imparato a apprezzarlo negli Stati Uniti dove è sinonimo di ricchezza. Di fortuna. [...] A ventitrè anni mi sono ritrovato con un lavoro da inventare. Il mio sogno era quello di farmi assumere nell’azienda dei rimorchiatori riuniti di Genova. Ma la signorina Leila, a quei tempi la mia ragazza e da una vita mia moglie, mi disse: ’Dimenticati la vita da marinaio’. Un mio caro amico, Corrado, mi propose di entrare a collaborare in una ditta di trasporti di Milano. Trattori e ufficio. Il principale c’era ma non si vedeva mai. Così come non si vedeva mai una lira di stipendio. La piccola azienda rischiava di saltare per aria. Con un pizzico di incoscienza mi ritrovai a anticipare dei soldi per far andare avanti il lavoro. Pagavo il gasolio, le gomme. Alla fine decisi di provare a acquistare tutta la ditta. Il padrone mi chiese 12 milioni. Ne consegnai subito la metà e feci cambiali da ottocentomila lire almese. Una follia. Il giorno dopo aver rilevato tutta la struttura uno dei miei dipendenti schiantò un trattore nuovodi zecca contro un pilone. Demolendolo. Ma non mi sono arreso. [...] Il Genoa sarà sempre nel mio cuore. Penso che al 99% non tornerò più a fare il presidente del club rossoblù. Lascio, però, quell’uno per cento [...] una grande squadra. Skhuravy, Torrente, Branco, Collovati... E Bagnoli. Peccato abbia smesso di allenare. Nella mia classifica dei tecnici preferiti viene al secondo posto. Dopo Fabio Capello. [...] Fontolan acquistato a due miliardi e venduto a undici. Panucci promesso alla Juve e poi ceduto a peso d’oro al Milan. Dietro c’era lamano di Sogliano. Il più abile manager dopo Moggi. Abbiamo anche commesso degli errori. L’operazione Montella è stata una mezza fregatura. Per non parlare dei 27 miliardi che mi aveva offerto il Marsiglia per Skhuravy. Che follia averli rifiutati”. Genoa è anche sofferenza. ”La guerra con i tifosi. Forse ho sbagliato a non scendere mai a patti con gli ultrà. Forse. Certi tifosi determinano la vita di una società. [...]”. Il Principato di Monaco è un’altra pagina della vita di Spinelli. Ancora mare. Con l’aggiunta del Casinò. ” un’altra mia grande passione. Ogni sabato mi piazzo davanti alla roulette. Il mio numero magico? Il 29. L’importante è entrare in sala con i soldi contati [...] Sono stato vicino a rilevare il Napoli di Corbelli. Lui mi aveva chiesto 140 miliardi. Io ero fermo a 100 miliardi. Poi, all’improvviso Corbelli mi ha fatto fuori. stato sleale. La Roma? Diciamo che abbiamo parlato. Non mi chieda altro. Così come mi risulta di un Cecchi Gori a suo tempo interessato ad acquistare il mio Livorno. Il Bologna? una realtà dove credo si potrebbe fare del buon calcio. Ma ora ho in testa il Livorno. In un futuro lontano potrei immaginarmi alla guida di un club in grado di lottare per lo scudetto. Napoli e Roma. Squadre e piazze da scudetto [...]”» (Luca Calamai, ”La Gazzetta dello Sport” 18/9/2005).