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 2004  agosto 16 Lunedì calendario

HIGGINS

HIGGINS CLARK Mary New York (Stati Uniti) 24 dicembre 1929. Scrittrice • «Con Stephen King tiene in pugno il copyright del brivido ”made in Usa”. Ma a differenza di King, sforna romanzi che non sono imbottiti di incubi né farciti di sangue. E che soprattutto si sciolgono in un immancabile lieto fine. [...] è l’incontrastata regina americana della suspense. ”Non è più l’epoca dei menestrelli - dice -, ma io mi considero ancora un cantastorie. Scrivo libri che parlano a tutti e che raccontano sentimenti universali. I lettori possono persino camminare nelle scarpe dei miei personaggi”. La Higgins Clark ha costruito una fortuna sul delitto e sul mistero, smerciando best-seller tradotti in trentadue lingue e venduti in trecento milioni di copie che fanno di lei la scrittrice più pagata del pianeta. [...] ”Come mai utilizzo soprattutto personaggi femminili? Perché so raccontare meglio storie di donne. E le donne del resto costituiscono la maggioranza dei miei lettori”. Prima o poi le eroine della scrittrice finiscono nei guai, vittime naturalmente della cattiveria altrui. Ma è proprio di fronte al pericolo imminente che si rivelano ”donne forti, tenaci e intelligenti. E alla fine riescono a cavarsela bene anche da sole”. La Higgins Clark rifiuta l’horror e l’esibizione della violenza, crede piuttosto in una funzione pedagogica del thriller. ”Penso che la mystery story possa dire qualcosa di vero sugli uomini e sulla società, scandagliando in quell’enigma senza fine che è il cuore umano [...] Il mio thriller entra perfino nelle scuole. Ha un tasso così basso di violenza che la lettura dei miei libri viene consigliata agli studenti [...] A dodici anni avevo già scritto la mia prima mystery story. La suspense mi affascina. Ce l’ho nel sangue. Da ragazzina, quando abitavo nel Bronx a New York, il mio divertimento preferito era prendere l’ottovolante per l’emozione e il divertimento che mi procurava. Prima si prende paura, ma poi viene il momento di scendere. Il lettore se lo merita. Ecco perché i miei romanzi finiscono sempre bene”» (Francesco Fantasia, ”Il Messaggero” 14/8/2004).