Varie, 13 agosto 2004
Tags : Larry Page
Page Larry
• East Lansing (Stati Uniti) 26 marzo 1973. Uno dei due fondatori (e dal 2011 il Ceo) di Google «società con un buffo nome da cartoon che crearono [...] nel solito garage della California, ed è divenuta la stella polare dei navigatori nell´oceano di Internet in tutto il mondo. [...] Forse soltanto la Apple di Steve Jobs, con il suo McIntosh alla metà degli anni ’80, seppe suscitare tanta passione nei propri “convertiti”. E non a caso, perchè, come la Apple seppe aprire ai non iniziati l’uso del personal computer con la propria interfaccia iconografica ormai divenuta universale, così la Google ha reso veloce, navigabile e intelleggibile quel brodo primordiale e frustrante di Internet nel quale tutto è disponibile e poco è afferrabile ai profani. Le stime parlano di almeno 200 milioni di utilizzatori in tutto il mondo. Raccoglie l´80% delle ricerche, servendo con imparziale velocità - 2 decimi di secondo per produrre migliaia di risultati è la loro media - il voyeur e il professore, il banchiere e la massaia, il compratore e il venditore. Google (si pronuncia “gùgol”) è ormai divenuta un verbo nel vocabolario inglese, “to google”, prova sicura di successo. Nasce da un gioco di parole basato sull´espressione “googol” creata dal matematico americano Edward Kasner per significare il numero 1 seguito da 100 zeri e lanciata nel suo saggio Matematica e immaginazione. Matematici di formazione, e immaginosi di natura, sono infatti Page e Brin. L’americano aveva preso la laurea all’Università del Michigan, e nel 1995 aveva visitato Stanford, in California, per continuare a 24 anni i propri studi verso il dottorato. Come suo ”chaperon“ per la visita, il college aveva scelto il ventitrenne immigrato moscovita Sergey, anche lui dottorando con laurea alla Maryland University e i due si detestarono immediatamente. Su una sola cosa si trovarono in sintonia, il “moskvic” e il “midwestern”, sul fatto che i motori di ricerca, gli strumenti ai quali si chiede di trovare risposte on line, erano lenti, esasperanti e soprattutto stupidi, secondo il celebre aneddoto della ricerca sulla “Madonna” che produceva allora più risultati con Madonna Ciccone di quanti ne fornisse con la Beata Vergine. Dai loro bisticci nacque un nuovo algoritmo, una formula per accelerare e rendere meno stolide le ricerche. Abbandonarono il dottorato, come già Bill Gates aveva lasciato Harvard senza laurea, per trovare quei capitali di ventura che negli Stati Uniti nutrono l’innovazione e la potenza economica. Con un primo assegno di 100 mila dollari che non riuscivano neppure a depositare perchè non possedevano un conto bancario, attrezzarono il garage di Larry. E quando i finanziamenti raggiunsero i 2 milioni di dollari, fondarono Google nel ’98 e si trasferirono nella modesta sede di oggi, dove ancora il parcheggio dei nuovi miliardari è occupato da Volvo scalcagnate, secondo la mistica di Silicon Valley [...]» (Vittorio Zucconi, “la Repubblica” 13/8/2004).