Varie, 11 agosto 2004
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VARDA Agnès Ixelles (Belgio) 30 maggio 1928. Regista • «[...] spirito libero della nouvelle vague [
VARDA Agnès Ixelles (Belgio) 30 maggio 1928. Regista • «[...] spirito libero della nouvelle vague [...] Varda e Démy sono stati coppia emblematica di un’epoca in cui l’indipendenza e il femminismo non si erano accora affermati e lei era una delle registe che indicava la strada sviluppando la sua creatività in maniera del tutto autonoma: negli anni ”60 si poteva contare su ben poche cineaste e la Varda è stata uno dei simboli di questa nuova frontiera raggiunta. Il suo primo film ebbe un grande successo (Cléo dalle cinque alle sette, 62), ma già come fotografa aveva raggiunto la fama per le foto fatte a Gérard Philipe e aveva già girato il mondo raggiungendo le più segrete province della Cina. [...] ”Non so neanch’io come sono diventata regista, non andavo neanche al cinema. A 25 anni avrò visto solo una decina di film. Andavo al teatro, visitavo i museo. Il primo film l’ho fatto con l’entusiasmo e il coraggio dell’ignoranza. Se avessi visto Visconti, Buñuel non avrei mai potuto cominciare a fare cinema. Ho cominciato a imparare da un film all’altro, che non significa glaner, ma récolter, io non raccoglievo quello che gli altri avevano buttato via. Ho piuttosto ”raccolto’, la comprensione di chi ha visto i film, molti premi (che io e Jacquot tenevamo in una vetrina). Il mio è un cinema fatto per condividere le emozioni, le scoperte e le riflessioni”. [...] i suoi grandi successi come Senza Tetto né legge [...] quel capolavoro sul corpo d’artista che racconta il suo compagno Jacques Démy (Jacquot de Nantes), in tutto quindici film e svariati documentari [...] ”Quando faccio un film è tutto previsto e scritto come un’opera dell’immaginazione, quando faccio un documentario sei tu al suo servizio e la tua posizione di cineasta è di essere modesta. Ho sempre alternato fiction e documentario, è una scuola di modestia. [...]”» (Silvana Silvestri, ”il manifesto” 26/10/2005). «’Qualcuno ha detto che sono un po’ rondine un po’ dinosauro. Rondine perché molti anni fa annunciai la primavera della Nouvelle vague, dinosauro perché sono ancora qua”. [...] autrice di Clèo dalle 5 alle 7 e di Senza tetto nè legge incarna un pezzo importante della storia del cinema francese [...] ”Sono completamente autodidatta. Ho incominciato come fotografa e all’inizio non ero neppure una cinefila, avrò visto al massimo sette film. Sono diventata cinefila facendolo, il cinema [...] ero la prima donna-autore. Il mio mediometraggio La pointe courte, del ”54, anticipò di cinque anni la Nouvelle vague. Dopo, ero tutta sola in quella grande ondata, ero l’alibi, l’errore. Ma me ne fregavo, facevo i miei film e basta. Dopo ci sono state le registe della rivolta femminista. stato un fuoco di paglia, non mi sono lasciata intruppare. Però mi sono battuta perché le donne avessero ruoli tecnici e creativi come operatrici, scenografe. Per cui mi sono fatta la fama di femminista ”emmerdeuse’” [...]» (Manuela Grassi, ”Panorama” 4/5/2000).