Varie, 11 agosto 2004
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Pook Jocelyn
• Birmingham (Gran Bretagna) 14 febbraio 1960. Musicista. «Le musiche più originali e conturbanti di Eyes wide shut sono state scritte da lei [...] compositrice [...] vocalist, violinista, tastierista [...] ha studiato musica nella prestigiosa Guildhall school di Londra e sa stare in raffinato equilibrio tra pop, classica e avanguardia; ha fondato un gruppo di archi tradizionali tutto al femminile e un ensemble sperimentale [...]» (Paolo Scarpellini, “Panorama” 11/5/2000) • «Scrivere per il cinema è un peccato che Jocelyn Pook si concede sempre più spesso [...] Il cinema per la Pook è un’attrazione fatale: si è sempre affacciato tra le corde di questa compositrice e violinista classica prestata al pop, al rock, all’elettronica. This Mortal Coil, Cocteau Twins, Morrissey, Peter Gabriel, Massive Attack, in molti nella scena inglese l’hanno voluta e apprezzata. [...] In che modo lavora alle colonne sonore? Si fa influenzare dalle immagini? “Non seguo una regola. Può succedere che siano le immagini a influenzarmi, altre volte invece mi lascio guidare dal contenuto del film, dalle emozioni che la storia raccontata mi suscita [...] Mi è capitato di lavorare a dei film in cui immagini e musica sono strettamente legate, vengono addirittura concepite insieme. Per Eyes wide shut Kubrick, ad esempio, ha voluto girare ascoltando la mia musica sul set. La musica in questo caso è organicamente legata al film [...] Conosco le storie che raccontano di Kubrick, lo descrivono come un regista difficile ma io non ne ho avuto esperienza diretta. Era il mio primo film, è stato comprensivo, mi ha incoraggiata. Certo pretendeva molto, ma credo sia normale. [...] Sono una fan di Natacha Atlas. Ho cominciato a seguirla al tempo dei Transglobal Underground, ma soprattutto ho apprezzato i suoi album solisti e in modo particolare Halim, il mio album preferito, lo ascolto continuamente. Ci siamo incontrate nel ’97 nello studio ‘Real World’ di Peter Gabriel e abbiamo cominciato a collaborare qualche tempo dopo: lei ha cantato per me, io ho scritto canzoni per lei. Abbiamo progettato di registrare un disco assieme ma non abbiamo ancora trovato il tempo per farlo. [...]”» (Carlo Moretti, “la Repubblica” 19/4/2005).