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 2004  agosto 11 Mercoledì calendario

Mengoni Fred

• Osimo (Ancona) 21 luglio 1923. Imprenditore. A 34 anni lasciò il suo lavoro di accordatore di fisarmoniche e si imbarcò per gli Stati Uniti. A New York dapprima se la cavò con il suo vecchio lavoro, poi un po’ alla volta investì i primi guadagni nel mercato immobiliare, facendo lievitare in pochi anni il suo patrimonio che oggi consiste in centinaia di alloggi in tutto il mondo e un ricco pacchetto azionario. Dedica tutto il tempo libero all’hobby del ciclismo. A lui sono intitolate tra l’altro una corsa professionistica - in agosto a Castelfidardo (An) - e due importanti società dilettantistiche (una in Italia e una a New York). «Un facoltoso businessman (proprietario di 300 appartamenti a New York, di almeno altrettanti nel mondo e di qualche buon pacchetto azionario di Wall Street). Alle sue spalle c’è una storia straordinaria. Romanzesca. Fred Mengoni viene da Osimo (Ancona), dove è nato nel 1923. Si stava facendo un nome come accordatore di fisarmoniche, quando un giorno della primavera 1957 decise di lasciare tutto inseguendo un sogno. ”Mi innamorai della città che vedevo nel film Gli uomini preferiscono le bionde. Era lì che volevo vivere. Due giorni dopo, ero su una nave con 50 dollari e un biglietto di sola andata: Genova-New York”. Il sogno americano di Fred Mengoni si è realizzato attraverso passaggi classici: un prete italiano che lo aiuta a ottenere il visto e un ebreo che gli presta i soldi per comprare le prime case. Ma il resto lo mette lui. ”Se gli altri si svegliavano alle sei, io ero già in pista dalle cinque. Abitavo in una stanza di 9 metri quadri e lavoravo venti ore al giorno. Divenni importatore di strumenti musicali, poi incominciai a comprare e vendere case [...] Tutto questo senza mai dimenticare il ciclismo. Scopritore di Greg LeMond (di cui è stato una sorta di padre putativo). di Steve Bauer e di George Hincapie, è molto amico di Lance Armstrong, che gli deve un grazie grande così. Senza Mengoni, il ciclismo americano non sarebbe lo stesso. stato Fred a inventare e ”sponsorizzare” il professionismo a stelle e strisce. Membro a vita della federciclo statunitense, Mengoni dà il nome a due squadre di ragazzini (una a New York e una nelle Marche) e segue tutte le grandi gare dell’anno, dalla Sanremo al Lombardia» (’La Gazzetta dello Sport” 11/8/2004). «[...] si imbarcò dall’Italia su un piroscafo verso gli Stati Uniti, destinazione New York, dove qualche anno più tardi sarebbe diventato un facoltoso uomo d’affari grazie a una serie di oculati e anche fortunati investimenti nel mercato immobiliare e in Borsa. [...] un omino tenero, con la faccia e gli occhiali da Woody Allen, appassionato di ciclismo e da sempre mecenate delle due ruote in Italia come negli Stati Uniti. Originario di Osimo, cittadina marchigiana nella provincia di Ancona famosa per la produzione di strumenti musicali, Mengoni è conosciuto e apprezzato nel mondo del pedale per le sue estemporanee sponsorizzazioni ma anche per aver scoperto e lanciato fra i professionisti alcuni giovani talenti. La sua lenta scalata verso la popolarità cominciò poco dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il giovane Mengoni stava cercando di sbarcare il lunario e di farsi un nome nella sue Marche come accordatore di fisarmoniche, occupazione piuttosto diffusa e apprezzata nella zona. Ma gli affari stentavano a decollare. Un giorno, al cinema, il colpo di fulmine.’Mi innamorai della città che vidi nel film Gli uomini preferiscono le bionde e pensai che avrei voluto andare a vivere là”. Era New York, che in quella pellicola americana di inizio Anni 50 faceva da sfondo alla vicende cinematografiche di Marilyn Monroe e Jane Russell. Il giovane Mengoni, però, più che dalle due affascinanti attrici protagoniste fu colpito dai grattacieli della Grande Mela. ”Due giorni dopo, ero su una nave diretta verso gli Stati Uniti, con 50 dollari in tasca e un biglietto di sola andata. Era il mese di marzo e mi sentivo padrone del mondo”. Il lungo viaggio sull’Oceano, poi finalmente ecco Liberty Island e il famoso monumento che la sovrasta, la Statua della Libertà, meta agognata di tanti altri italiani prima di lui. ”Appena vidi i grattacieli di New York, ebbi subito la sensazione che quello era davvero il luogo in cui volevo vivere”. La sua avventura americana era cominciata. ”E non è stata facile. Lavoravo duro, mi alzavo tutte le mattine alle 5, ma alla fine ce l’ho fatta”. La solidarietà di un prete italiano, un piccolo prestito da parte di un altro connazionale di origini ebree ed ecco profilarsi le prime tenui speranze di fare fortuna. ”Abitavo in una stanza di 9 metri quadrati e lavoravo 20 ore al giorno. Eppure mi trovai subito bene e decisi di restare”. Mise a frutto il suo vecchio mestiere: riparava strumenti musicali e ottenne un permesso di soggiorno. New York in quegli anni era ancora un terreno fertile per chi aveva voglia e fantasia. Mengoni investì in Borsa i primi guadagni e cominciò così a importare strumenti musicali dall’Italia. Ma la svolta avvenne alcuni anni più tardi, quando acquistò - con l’aiuto di amici italiani - un piccolo locale nel cuore di Manhattan dove teneva le fisarmoniche e le chitarre. In poco tempo quel magazzino raddoppiò il suo valore e in Mengoni fece scattare la scintilla: era il settore immobiliare a offrire le migliori prospettive in una città in grande espansione come New York. Venduto con sostanzioso guadagno il ”vecchio” magazzino, acquistò una chiesa sconsacrata da cui ricavò alcuni alloggi. Li cedette e ricavò altro denaro da investire. I soldi fanno soldi [...] La ricchezza non l’ha però allontanato dalle sue origini, i luoghi in cui ancor bambino aveva sognato di diventare un ciclista professionista, di disputare le grandi classiche, di vincere un Giro d’Italia. Da ragazzo si era dedicato con passione alla bicicletta, allenandosi come un forsennato e vincendo anche alcune gare regionali. Ma senza riuscire a sfondare, il suo fisico non era proprio da superman. ”Il ciclismo ha sempre avuto un posto nel mio cuore. Anche a New York sono sempre andato su è giù per Manhattan in bicicletta”. Ma non si è limitato a pedalare. Nella Grande Mela ha anche fondato e finanziato una delle più grandi società dilettantistiche americane di ciclismo (ne avrebbe poi creata un’altra nelle Marche), contribuendo in modo decisivo allo sviluppo del professionismo negli Stati Uniti tanto da entrare infine nella Hall of Fame, la vetrina americana dei più grandi personaggi sportivi di tutto il mondo, e diventare membro a vita della federazione ciclistica statunitense. Fu Mengoni infatti a scoprire e lanciare corridori diventati poi famosi come Greg LeMond (californiano, due Mondiali e tre Tour de France nel suo palmares), Steve Bauer (canadese, argento olimpico ’84 e un Campionato di Zurigo), George Hincapie (statunitense, 19 vittorie da professionista, tuttora in attività). E deve molto a Fred anche l’asso texano Lance Armstrong [...]» (Giorgio Viberti, ”La Stampa” 22/8/2005).