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 2004  agosto 09 Lunedì calendario

ADAIR Paul

ADAIR Paul Neal Houston (Stati Uniti) 18 giugno 1915, Houston (Stati Uniti) 7 agosto 2004. Pompiere • «Una vera e propria leggenda, [...] alias “Adair il rosso”, il vigile del fuoco più famoso del mondo [...] Figlio di un fabbro, che forse per primo gli trasmise la passione per il contatto con il fuoco, e immortalato in un film con John Wayne basato sulla sua vita, chissà quanti lo avranno visto sugli schermi della Tv, coperto di greggio, guidare la celebre operazione di spegnimento dei giacimenti petroliferi incendiati dagli uomini di Saddam Hussein in Kuwait, durante la prima guerra del Golfo. Fu infatti lui a fondare nel 1959 la “Red Adair Company”, la compagnia che rivoluzionò le tecniche di spegnimento degli incendi provocati dai pozzi petroliferi. La sua società ha contribuito all’estinzione di oltre 2000 incendi in tutto il mondo. Delle referenziali di tutto rispetto; tanto che ogniqualvolta si verificava un problema a un pozzo petrolifero o a un giacimento di gas le compagnie energetiche e di assicurazioni non hanno mai avuto dubbi: si doveva chiamare Red. Ex pilota ed ex stuntman, Red Adair amava particolarmente il rosso: rosso era, ovviamente, il colore delle fiamme, ma rossi erano anche i suoi capelli, e non solo, rosse erano sempre le sue camicie, le sue cravatte e le sue numerose Cadillac. Le sue gesta hanno contribuito perfino alla pubblicazione di una sua autobiografia autorizzata dal titolo Red Adair: un eroe americano [...] che non si trattasse di un uomo qualunque, lo aveva già capito molto tempo fa Myron Kingsley, il grande specialista in incidenti petroliferi, che non appena lo conobbe ne rimase affascinato. Nel 1939, infatti, l’esplosione di un pozzo scaraventa Red per aria, ad una quindicina di metri di altezza, prima di ricadere pesantemente. Eppure il “rosso’ non batte ciglio, si rialza immediatamente e riprende a lavorare. Kingsley decide subito di assumerlo. Da quel momento in poi comincia a collezionare un’impresa memorabile dopo l’altra, come quando nel 1962, riesce a spegnere, dopo 167 giorni, il pozzo di petrolio di Gassi-Toul, nel Sahara francese, l’attuale Algeria. La sua carriera termina, in parte, nel 1994 quando decide di andare in pensione, cedendo la sua società alla Global Industries, di cui, però, era rimasto consigliere» (Angela Maria Erba, “la Repubblica” 9/8/2004). «Leggendario combattente contro gli incendi dei pozzi petroliferi immortalato da John Wayne nel film Uomini d’amianto contro l’inferno, del ’68. [...] Nato [...] da una poverissima famiglia con 8 figli, Adair era il primogenito di un fabbro. La passione per il fuoco sboccia nel ’38, quando Adair viene assunto come manovale dalla Otis Pressure Control Company, dove si specializza nel controllo della pressione dei pozzi più difficili da monitorare. L’anno dopo, quando un’esplosione lo scaraventa a 15 metri d’altezza, Red non fa una piega: “Una volta ricaduto per terra, si rialzò subito e riprese a lavorare”, racconta Myron Kingsley, specialista in incidenti petroliferi, che in quel momento decide di ingaggiarlo. Quando nel ’59 Kingsley va in pensione, Adair prende il suo posto fondando la Red Adair Company, dove brevetta nuove tecniche di spegnimento dei giacimenti. “Quando c’era un problema a un pozzo petrolifero o a un giacimento di gas - dicono gli esperti - le compagnie chiamavano lui”. La serie di interventi effettuati da Adair e dalla sua squadra è impressionante. Il 28 aprile ’62 spegne, dopo 167 giorni d’inferno, il pozzo di petrolio di Gassi-Toul, nel Sahara francese (oggi Algeria). L’incendio era talmente catastrofico che John Glenn, primo astronauta americano in orbita, lo vedeva dalla capsula spaziale Mercury ogni volta che sorvolava l’Africa del Nord. Adair si ripete due volte nel mare del Nord: nel ’77, sulla piattaforma di Ekofisk in fiamme, e nel ’88 in quella di Piper Alpha (un disastro che costa la vita a 167 persone). Ma diventa un eroe nazionale nel ’91, con la prima Guerra del Golfo: è “Red”, infatti, a spegnere decine di pozzi petroliferi incendiati dalle truppe di Saddam in ritirata dal Kuwait. Ex pilota ed ex stuntman, Adair fu soprannominato “Red” (rosso) per il colore dei capelli e perché il rosso fiamma era il suo colore preferito. Rosso erano il suo scafandro d’amianto, l’elmetto e gli stivali da pompiere. E rosse erano le sue tante Cadillac, le sue camicie, le cravatte, i pigiami, persino mutande e asciugamani. In un’intervista del ’94, l’anno in cui andò in pensione, aveva scherzato sulla propria morte: “Ho fatto un patto col diavolo, mi ha promesso una stanza con aria condizionata quando arriverò laggiù, se giuro di non spegnere neppure un fuoco”» (A. Far., “Corriere della Sera” 9/8/2004). «La gente ormai non sapeva più se era una persona vera in carne e ossa, oppure un super eroe del cinema e dei fumetti. [...] ci aveva messo un po’ a scoprire la sua vocazione. Dopo aver lasciato la scuola, aveva fatto vari lavori casuali, finendo impiegato nelle ferrovie Southern Pacific. Nel 1938 aveva ottenuto il primo incarico che aveva a che fare con il petrolio, nella Otis Pressure Control Company. La vera illuminazione, però, era venuta nel 1945, quanto l’esercito degli Stati Uniti lo aveva arruolato come sergente nel 139th Bomb Disposal Squadron. Aveva passato l’ultimo scorcio della Seconda Guerra Mondiale a far brillare bombe, e così aveva imparato a fondere la sua passione per l’oro nero con quella per gli esplosivi. Al ritorno dalla guerra sapeva ormai esattamente dove andare. Si era fatto assumere da Myron Kinley, il pioniere nell’estinzione e nel controllo dei pozzi di petrolio incendiati, ma aveva troppa inventiva per fare a lungo il numero due. Così, nel 1959, si era messo in proprio, fondando la sua società: la mitica Red Adair Company. Da quel momento in poi aveva rivoluzionato le tecniche del mestiere, diventando il pompiere più famoso del mondo. Tra i suoi primi capolavori c’erano stati l’estinzione dell’incendio sulla piattaforma offshore CATCO, nel 1959, e del “Devil’s Cigarette Lighter”, l’accendino del Diavolo, nel deserto del Sahara. In pochi anni si era guadagnato il soprannome di “Hellfighter”, il combattente dell’inferno, e la sua vita era diventata così popolare da attirare ’’attenzione di John Wayne. Nel 1968, infatti, il re dei film western era sceso da cavallo per salire sopra i pozzi di Adair e impersonarlo nel film The Hellfighters (Uomini d’amianto contro l’inferno). “Questo - aveva commentato Red - è uno dei più grandi onori al mondo. Avere The Duke che ti interpreta in un film!”. A lui però interessavano gli incendi, più della fama, e così era andato avanti con le sue folli imprese: l’esplosione sul mare alla Bay Marchand, in Louisiana, nel 1970; la piattaforma Bravo del Mare del Nord, nel 1977; la IXTOC del Golfo del Messico, nel 1979; il disastro Piper Alpha nel 1988. Dovunque ci fosse un guaio grosso, c’era anche Adair per risolverlo: oltre duemila incendi domati in tutto il mondo. “Mette paura - raccontava - l’esplosione di un pozzo: tutto il boato, il rumore di ferraglia, il tremare della terra. Ma lo sguardo che c’è sulla faccia di ognuno di noi, quando finiamo il lavoro e facciamo le valigie, è il miglior sorriso nel mondo. Nessuno si è fatto male e il pozzo è sotto controllo”. Di questi sorrisi il “Rosso” ne aveva visti parecchi nel 1991, quando il presidente Bush padre lo aveva chiamato per il capolavoro della sua vita: spegnere i pozzi incendiati da Saddam Hussein in Kuwait, nei campi di Ahmadi, Magwa and Burgan. Adair aveva compiuto il suo 76esimo compleanno avvitando valvole nel Golfo Persico, e l’energia era sempre la stessa. Era tornato alla Casa Bianca per chiedere e ottenere più mezzi, aveva fatto invertire il flusso negli oleodotti per portare l’acqua del mare a spegnere gli incendi, e aveva completato in nove mesi un lavoro che, secondo gli esperti, avrebbe dovuto richiedere fra tre e cinque anni. L’ultimo dei 117 pozzi domati lo aveva fatto rispettosamente spegnere alla mano dell’emiro del Kuwait. A chi, dopo quell’impresa, gli aveva chiesto se intendeva andare in pensione, il “Rosso” aveva risposto così: “Ritirarsi? Non so che cosa significhi. Finché uno è produttivo e se la sente, deve restare sul campo. Ho un paio di amici che sono andati in pensione, a trastullarsi sulla sedia a dondolo, e adesso li vado a trovare al cimitero”. Nel 1994, in realtà, Red aveva venduto la sua compagnia, ma era restato attivo come consulente» (Paolo Mastrolilli, “La Stampa” 9/8/2004).