Varie, 8 agosto 2004
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Tisdall Bob
• Nuwara Eliya (Sri Lanka) 16 maggio 1907, Nambour (Australia) 4 agosto 2004. Campione olimpico dei 400 hs (nel 1932) • «Un Paese che entra nell’arengo olimpico dell’atletica con quattro uomini e approda all’oro con due di essi può apparire quasi un parto di fantasia. Eppure accadde nel 1932 a Los Angeles all’Irlanda: Bob Tisdall primo classificato nei 400 ostacoli, Pat O’Callaghan primo nel martello. (Gli altri due irlandesi in gara nell’atletica ai Giochi erano Eamonn Fitzgerald, quarto nel triplo, e Mike Murphy, eliminato in batteria nei 3000 siepi). Robert Tisdall [...] simboleggiava l’atleta la cui fama era appesa a un solo giorno di gloria, appunto quello in cui vinse l’oro dei 400 ostacoli a Los Angeles. E lo fece a tempo di primato mondiale, solo che il suo 51”7 non poté essere omologato in base alle regole del tempo, per avere egli abbattuto una barriera, l’ultima. Così l’americano Glenn Hardin, secondo in 51”9, vinse l’argento ma ebbe tutto per sé il primato. Per Tisdall era solo la quarta gara della sua carriera sulle barriere intermedie. Dopo un 55”0 nei 400 nel 1930 ad Atene, nella primavera del ”32 aveva corso le 440 yards in 56”2 e 54”2. Nato a Nuwara Eliya, nell’isola di Ceylon, nel 1907, era cresciuto all’atletica come studente a Cambridge. Eclettico come pochi, faceva grande incetta di punti nei ”matches” con i tradizionali rivali di Oxford. Fra i suoi compagni di squadra a Cambridge c’era un certo David Cecil alias Lord Burghley. Molti anni dopo Tisdall dedicherà proprio a lui un aulico libro sulle sue esperienze in atletica, con questa dedica: ”A Lord Burghley, con il quale perdere non era meno piacevole che vincere”. Fu forse dal lord che il nostro ereditò la sua preferenza per gli ostacoli. Dotato di una bella struttura (1.86 per 74 chili), vi si mostrò subito a suo agio. Ma il suo vero potenziale era ancora sconosciuto quando andò a Los Angeles. Dopo un lunghissimo viaggio in treno attraverso gli Stati Uniti, arrivato a Los Angeles decise di concedersi 15 ore di sonno su 24 per diversi giorni, svegliandosi per qualche razioncina di allenamento solo a tre giorni dal suo primo impegno olimpico. Dopo 54”8 in batteria e 52”8 in semifinale, vinse come detto la gara decisiva davanti a Hardin, Taylor (Usa), Lord Burghley (Gb) e Luigi Facelli. Poi si cimentò nel decathlon, finendo ottavo. Emigrato più tardi in Sud Africa come insegnante, gareggiò ancora per un po’, a fuoco lento. Nell’ambito dello sport un solo giorno di gloria basta spesso a illuminare una vita. A parte questo, Tisdall ha avuto un’esistenza molto intensa. Nel secondo conflitto mondiale militò in un reggimento del Commonwealth e finì col grado di maggiore. Successivamente visse in Kenya, Rodesia, Tanzania, prima di stabilirsi in Australia» (Roberto L. Quercetani, ”La Gazzetta” 8/8/2004).