Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  agosto 08 Domenica calendario

Hevia JoseAngel

• Nato a Villaviciosa (Spagna) il 23 maggio 1967. Musicista. «Il suono pervasivo della cornamusa elettronica che Hevia si è costruito di persona non è che la proiezione tecnologica dell’antichissima ”gaita gallega”, la cornamusa della sua regione, le Asturie. Un paese all’estremo Nord della Spagna da cui provengono, fra gli altri, Natalia Estrada e lo scrittore Paco Ignacio Taibo II, che vi organizza ogni anno la Semana negra, festival internazionale di noir. [...] Fu il nonno minatore, appassionato di canzoni tradizionali, a spingere il piccolo Josè a studiare la ”gaita”. ”Ho cominciato a dieci anni.Trenta chilometri tutti i giorni, da Villaviciosa dove sono nato a Gijòn, per andare dal mio maestro [...] perché pochissimi ormai insegnavano questo antico strumento rurale. Le conoscenze venivano trasmesse oralmente, senza spartiti. Ho completato la mia formazione da autodidatta. E solo negli anni dell’università, venendo a contatto con la musica folk, ho maturato l’idea che la cornamusa poteva essere considerata uno strumento moderno”. L’idea di costruirsi una ”gaita” elettronica è nata dal motivo pratico di non disturbare i vicini: ”Fra i miei allievi c’era un esperto, ne abbiamo parlato e abbiamo ideato questo strumento, che si può suonare tranquillamente in casa con gli auricolari [...] Da noi la tradizione della gaita risale al XIII secolo, 200 anni prima che in Scozia, ed è attestata nelle miniature medioevali. stato l’impero britannico a diffondere in giro per il mondo l’estetica della cornamusa scozzese. Ma nel Medioevo la gaita era impiegata nella musica colta, destinata alla casa reale e ai palazzi dei nobili. Poi divenne uno strumento popolare, legato alle feste e, in quanto tale, pagano.Tanto che nel Settecento un vescovo asturiano ne proibì l’uso in chiesa. Ma fu costretto a far marcia indietro a furor di popolo”» (Roberto Barbolini, ”Panorama” 20/1/2000).