Guglielmo Buccheri, ཿLa Stampa 7/8/2004;, 7 agosto 2004
«Ogni corpo ha già uno sport che lo attende per valorizzarlo»: è la conclusione cui sono giunti Mike Rennie, professore di fisiologia clinica dell’università di Nottingham, Craig Sharp, docente di scienza sportiva alla Brunel University, e Jonathan Robinson, ricercatore dell’università di Bath
«Ogni corpo ha già uno sport che lo attende per valorizzarlo»: è la conclusione cui sono giunti Mike Rennie, professore di fisiologia clinica dell’università di Nottingham, Craig Sharp, docente di scienza sportiva alla Brunel University, e Jonathan Robinson, ricercatore dell’università di Bath. Antonio Dal Monte, per anni direttore dell’Istituto di Scienza dello Sport del Coni: «Yuri Chechi è l’esempio vivente di come un fisico sia nato per una determinata disciplina e, nel suo caso, proprio per gli anelli. Se non avesse avuto una guida sicura, oggi Yuri non sarebbe il nostro portabandiera ai Giochi di Atene, ma, magari, una delle tante mezze ali sui campetti di calcio di periferia. Quanto al passato, penso a Novella Galligaris, da molti considerata non in grado di competere nel nuoto e diventata la nostra prima medaglia in una Olimpiade: il motivo? Aveva il fisico perfetto per il nuoto».