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 2004  agosto 06 Venerdì calendario

JONES Bill T.

JONES Bill T. (William Tass Jones) Brunnell (Stati Uniti) 15 febbraio 1951. Ballerino. Coreografo • «Fra i più grandi creatori di fine secolo [...] Cresciuto in una famiglia povera di braccianti emigrati nel nord degli Stati Uniti, Bill aveva fatto coppia fissa, nella vita e in palcoscenico, con il fotografo e danzatore Arnie Zane, morto di Aids nel 1989 [..]» (Sergio Trombetta, ”Panorama” 28/10/1999) • «Politicizzato, nero, omosessuale, sieropositivo, Bill T. Jones è uno dei coreografi più importanti nonché una delle teste più pensanti della danza statunitense. Della sua vita non ha mai fatto misteri: ha ritenuto assolutamente normale di aver incontrato un compagno d’università nel ”71, di aver fondato con lui una compagnia di danza e di averlo amato fino alla sua morte, per Aids a quaranta anni, nell’88. Vivendo fino in fondo (e a testa alta), Bill T. Jones ha difeso le minoranze, ha dato voce, corpo e movimento ai problemi del nostro tempo. Memorabile, nel ”90, il suo grido contro il razzismo (di tutti i tipi, non solo per il colore della pelle) con Last supper at the Uncle’s Tom cabin/The promised land, Ultima cena nella capanna dello zio Tom/La terra promessa, spettacolo durante il quale apparivano nude in scena decine di persone di tutte le età.[...]» (Laura Putti, ”la Repubblica” 5/9/2004). «L’afroamericano, l’omosessuale, il sieropositivo [...] Il nudo è uno dei suoi temi ricorrenti (nel ”90 nel suo capolavoro The last supper at the Uncle’s Tom cabin ne mise decine e decine di tutti i colori e di tutte le età). Ma un tempo i danzatori della Jones/Zane Company avevano corpi molto diversi fra loro. ”Oggi non è più una priorità. Quando se ne andò Larry Goldman non cercai un altro danzatore grasso. Non mi sembrò onesto. Come non faccio più caso al fatto che siano bianchi, neri, omo o etero. Prima era così, ma oggi ho la responsabilità di una compagnia che ha vent´anni alla quale devo garantire un futuro e una stabilità. Per cui i danzatori devono soprattutto avere tecnica e precisione, imparare velocemente, sapere che quello che danzano non è stato creato pensando a loro ed essere onesti”. [...]» (Laura Putti, ”la Repubblica” 13/9/2004).