Varie, 6 agosto 2004
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CRUZ SMITH Martin (Martin William Smith) Reading (Stati Uniti) 3 novembre 1942. Scrittore. L’autore di Gorky Park • «Premiato autore di best-seller fra il poliziesco e lo spionistico, uno scrittore che, per i casi della vita, si è trovato a propagandare la glasnost sovietica quasi quanto il suo inventore, l’ex presidente Mikhail Gorbaciov
CRUZ SMITH Martin (Martin William Smith) Reading (Stati Uniti) 3 novembre 1942. Scrittore. L’autore di Gorky Park • «Premiato autore di best-seller fra il poliziesco e lo spionistico, uno scrittore che, per i casi della vita, si è trovato a propagandare la glasnost sovietica quasi quanto il suo inventore, l’ex presidente Mikhail Gorbaciov. Cruz Smith è il papà letterario di Arkady Renko, un detective russo zelante, taciturno, romantico e malinconico come i più classici dei suoi colleghi yankee, che nel 1981 ha conquistato il mondo del mistery, facendo vendere milioni di copie (4 solo in America), del suo romanzo Gorky Park, subito diventato anche un film con William Hurt. [...] ”In casa mia la musica usciva da ogni stanza, come una cascata. Qualcosa mi deve essere rimasto nell’orecchio, perché strutturo i capitoli dei miei romanzi con diversi ritmi. Credo di avere una sorta di scrittura jazz [...] io mi comporto come i protagonisti dei miei romanzi. Faccio ricerche sul campo. Mi piace immergermi in posti di cui non conosco niente. Devi abbassare la guardia, allertare tutti i sensi. [...] Vendetti alla casa editrice Putnam l’idea di un poliziotto americano che doveva indagare su dei delitti in Russia. Poi, cominciando a scrivere, mi resi conto che la vera trovata era usare un poliziotto russo, un eroe inedito e misterioso per il pubblico americano. Ma Putnam non ne volle sapere del cambiamento e si impuntò. Mi ci sono voluti otto anni per liberare i diritti di Gorky Park, restituendo l’anticipo [...] Undicimila dollari. E un’altra casa editrice, la Random House, se lo comprò subito per 1 milione di dollari [...] ho avuto il lusso di diventare uno scrittore migliore, di riscrivere Gorky Park con tutta la calma che volevo: otto anni. Mi duole dirlo, ma gli scrittori di best-seller spesso non sono bravi scrittori, non si prendono tutto il tempo che ci vuole, non riscrivono a sufficienza. E sono proprio gli editori a mettere loro fretta, a trattarli come macchine. La mia media, un romanzo ogni tre anni, è giudicata lentissima. E pensare che all’inizio della carriera per campare ho scritto romanzetti in una settimana [...] Da ragazzo mi piaceva George Orwell, da grande è ancora il mio favorito. Fra gli autori di best-seller adoro Elmore Leonard, uno scrittore finissimo [...] mi considero veramente uno scrittore per caso. [...] All’università non superai un esame di statistica e allora mi iscrissi a un corso di scrittura creativa” [...] ha fatto a lungo il giornalista. ”Ero l’uomo sbagliato al posto sbagliato. Non ero contento dei fatti: pensavo sempre che avessero bisogno di un ritocco per essere più interessanti e coloriti. Andò meglio al Philadelphia Daily News, che era un tabloid, e volevano un po’ di sangue, non solo inchiostro. Ma all’Associated Press era una tortura: bisognava essere freddi per non scontentare mai nessuno, né i repubblicani né i democratici...”.Sua madre era un’indiana pueblo. [...] ”Io non sono cresciuto in una riserva, però è un’eredità che in famiglia sentiamo molto, tanto è vero che mia moglie attualmente lavora in un ospedale navajo a Shiprok in New Mexico. Ho voluto cambiare il mio nome da Martin William Smith a Martin Cruz Smith in onore del soprannome di mia nonna”» (Marco Giovannini, ”Panorama” 14/10/1999).