L’Indipendente 1/08/2004, 1 agosto 2004
Si può essere professionisti in uno sport e dilettanti in un altro? necessario limitare il valore degli oggetti d’arte dati in premio? Quali misure si devono prendere contro chi vende l’oggetto d’arte da lui vinto? Entro quale limite gli atleti possono essere indennizzati? Le scommesse sono compatibili con il dilettantismo?»
Si può essere professionisti in uno sport e dilettanti in un altro? necessario limitare il valore degli oggetti d’arte dati in premio? Quali misure si devono prendere contro chi vende l’oggetto d’arte da lui vinto? Entro quale limite gli atleti possono essere indennizzati? Le scommesse sono compatibili con il dilettantismo?». Nel 1896 Carlo Airoldi, 26 anni, fu escluso dalla prima Olimpiade moderna in quanto ”professionista”. L’anno prima aveva vinto la Torino-Marsiglia-Barcellona, 1050 chilometri, caricandosi sulle spalle nell’ultimo tratto il francese Louis Ortègue, caduto per sfinimento prima dello sprint. Ai giudici aveva detto: «Io sono il primo, lui il secondo». E aveva ricevuto 2000 pesetas. Andò a piedi da Milano ad Atene: 1338 km percorsi in 26 giorni, col solo ”aiuto” del piroscafo Dubrovnik-Patrasso. All’arrivo, scoprì di essere stato escluso dalla maratona. Poco più di un secolo dopo, il 17 aprile 1989, la Fiba votò, 56 contrari e 13 favorevoli, per l’ammissione dei giocatori della Nba alle Olimpiadi. Fiba, cioè International Amateur Basketball Federation. Amateur, cioè dilettante. Ma ammettendo ai Giochi Magic Johnson, Michael Jordan e Larry Bird, professionisti da milioni di dollari a stagione, anche l’ultimo veto contro il professionismo era caduto