Varie, 5 agosto 2004
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GROSS Stanislav Praga (Repubblica Ceca) 30 ottobre 1969. Politico. Ex premier della Repubblica Ceca • «Ha un curriculum strabiliante, nel senso che uno proprio non se lo aspetta da un primo ministro
GROSS Stanislav Praga (Repubblica Ceca) 30 ottobre 1969. Politico. Ex premier della Repubblica Ceca • «Ha un curriculum strabiliante, nel senso che uno proprio non se lo aspetta da un primo ministro. uscito, tanto per iniziare, dalle scuole professionali con un diploma di elettromeccanico. Entrato in politica a 20 anni, è stato spinto dal padrino politico - l’ex premier Milos Zeman, che poi si è scelto anche come testimone di nozze - a iscriversi a legge. Un dottorato a 33 anni, quando già era ministro degli Interni. ”Un manager di talento, un impareggiabile negoziatore politico, e un tipo assai regolare”, lo descrive il Prague Post. [...] ”Il pubblico è innamorato di lui - sostiene Jindrich Sidlo, editorialista di Mlada Fronta Dnes, che non lo ama - perché rappresenta il tipico ceco medio. Insomma, ascolta la musica di Karel Gott (icona pop postcomunista, ndr) e dei Nedved Brothers (gruppo folk, ndr). E la gente si identifica”. Un operaio di successo che ha concesso sorridendo decine di interviste senza dire nulla, uno di cui tutti a Praga sanno che ha guidato locomotive, ma di cui nessuno sa spiegare, come sostiene il politologo Bohumil Dolezal, ”quale sia la visione politica”» (Mara Gergolet, ”Corriere della Sera” 5/8/2004). «Doveva essere il Tony Blair dell’Europa dell’Est: giovane, energico, di sinistra. Invece Stanislav Gross, il premier ragazzino d’Europa, rischia piuttosto di compromettersi la carriera come Clinton - per una bugia. Ma c’è di peggio, perché la caduta del ”principino di Praga” rischia di travolgere, nella più malaugurata delle ipotesi, niente di meno che la Costituzione europea. Un appartamento di lusso, una moglie manager ex cameriera, 200mila euro di origine non specificata, un bordello: sono questi gli elementi di uno scandalo, portato a poco a poco alla luce da tv e giornali. [...] Nove mesi è rimasto al governo, l’ex macchinista della metropolitana di Praga, che è diventato il simbolo dei nuovi potenti dell’Est, quelli che hanno sostituto i grandi dissidenti: tecnocrati, velocissimi, che sanno piacere e comunicare (’la realtà - ha detto Gross ai suoi - è quella creata dalla tv”); Nokia Comunicator e Audi come simbolo, i corporate manager come modello. Nove mesi che hanno fatto scrivere al ”New York Times” che il ”Paese che è stato, durante l’era di Havel, un modello per il mondo si è trasformato in un buco nero al centro d’Europa”. Gross, deputato a 22 anni, ministro a 29, premier a 34 [...] I suoi guai, come quelli (quasi contemporanei) del ministro francese dell’economia francese Hervé Gaymard, ruotano attorno a un appartamento nel quartiere Barrandov, acquistato [...] per la cifra (ai tempi, per Praga e per lo stipendio di un deputato, onerosissima) di 200mila euro. Come se li è procurati, chiedeva la stampa? Lui prima ha optato per un mutuo, ma visto che il contratto non è saltato fuori, ha ripiegato su uno zio; poi siccome lo zio vive con la pensione, s’è inventato uno prestito dall’estero, poi un giornalista amico dello zio. Nel frattempo, le finanze della moglie sono state scandagliate: e si è scoperto che Sarka Gross è in affari con tale Libusa Barkova, imprenditrice immobiliare e proprietaria di uno stabile dove opera un bordello. Abbastanza, perché Gross venisse accusato di avere contatti con il sottobosco praghese. I compagni di partito l’hanno difeso per un mese (’è una campagna orchestrata dall’opposizione”, ha detto Lubomir Zaoralek, presidente del Parlamento), poi hanno preferito sacrificare la testa di Gross invece della propria [...]» (Mara Gergolet, ”Corriere della Sera” 10/4/2005).