4 agosto 2004
Tags : Robert Sheckley
SHECKLEY Robert (Robert Shekowsky). Nato a New York (Stati Uniti) il 16 luglio 1928, morto il 9 dicembre 2005
SHECKLEY Robert (Robert Shekowsky). Nato a New York (Stati Uniti) il 16 luglio 1928, morto il 9 dicembre 2005. Scrittore. Collaborando a riviste come ”Galaxy”, ”Imagination” e ”If” si è affermato come grande autore satirico della fantascienza sociologica. Ha pubblicato numerosi romanzi, il più famoso dei quali è Mindswap (Scambio mentale, Mondadori). Le sue opere hanno ispirato più di un film, dalla Decima vittima di Elio Petri (1965) ad Anonima Aldilà (1992) con Anthony Hopkins e Mick Jagger. «Oggi si chiama cyberpunk, il genere letterario nato da una costola della fantascienza per immaginare il volto del futuro prossimo, l’esplosione dei computer e le incognite della rete informatica; ieri si chiamava ”social sf”, la science fiction di costume nata nell’America in fermento del dopoguerra e degli anni Sessanta, l’humus dal quale sono usciti autori come Philip Dick e Kurt Vonnegut. Di questa vena letteraria ironica e visionaria Robert Sheckley è stato il maestro che ancora oggi continua a stupire con la sua paradossale lucidità. Molto prima di Arancia meccanica, il tema della violenza dilagante era stato da lui trattato nella Settima vittima, celebre racconto da cui Elio Petri ha tratto uno dei pochi film italiani di fantascienza, La decima vittima (1965), con Marcello Mastroianni e Ursula Andress che si danno la caccia per spiegarci come si ucciderà nel futuro ormai alle porte. La premessa: nella società edonistica tutti gli istinti vanno disciplinati, libido mortis compresa; a questo scopo è stato inventato il nuovo sport nazionale della Caccia. Le regole del gioco sono micidiali: un avviso ti notifica che sei Cacciatore oppure Preda e hai un tempo massimo per liquidare la tua vittima o evitare di essere liquidato. Se ne esci vivo, non devi preoccuparti di debiti e rate fino alla prossima Caccia; se perdi, non dovrai preoccupartene per l’eternità. [...] ”Il cyberpunk è stato un fenomeno molto interessante. Non credo, però, che tutti abbiano mantenuto la lucidità del suo caposcuola, William Gibson, nelle cui visioni c’è il quadro terrificante di un’umanità profondamente snaturata. Quali saranno i nostri rapporti con i doppi elettronici generati dai computer? Quanta parte del nostro tempo vivremo in realtà simulate? Non penso proprio che siano esagerazioni, ma una preoccupazione molto sensata su quello che sarà il prossimo stadio evolutivo della specie umana [...] Una volta la sf era un genere letterario ultrarazionale e questo, paradossalmente, l’aiutava a prendere spunto da molti campi, scienza inclusa, con risultati strani ma convincenti. Poi ha dovuto rendersi conto che era cambiato il clima culturale e, quel che più conta, il clima scientifico. Oggi è obiettivamente più difficile, per uno scrittore, tradurre i risultati di una scienza tanto complessa e astratta. Bisogna tenere in mente una cosa, comunque: la sf non è mai stata scienza, anche se usa spesso un gergo scientifico. Esattamente come non è previsione o pura e semplice anticipazione, ma si serve di tutte queste cose per i suoi obiettivi [...]”» (Giuseppe Lippi e Laura Serra, ”Panorama” 19/8/1999).