L’Indipendente 25/07/2004, 25 luglio 2004
la liturgia del viaggio Anche se l’esperienza del pellegrinaggio non costituisce un fatto raro o eccezionale nella vita di un uomo del medioevo, la sua realizzazione è laboriosa e comporta rischi non indifferenti
la liturgia del viaggio Anche se l’esperienza del pellegrinaggio non costituisce un fatto raro o eccezionale nella vita di un uomo del medioevo, la sua realizzazione è laboriosa e comporta rischi non indifferenti. Inoltre rappresenta un investimento di notevole portata, anche in termini di tempo. Di solito richiede mesi, a volte oltre un anno. Il pellegrino si prepara a essa rispettando un cerimoniale religioso, che prevede una particolare benedizione alla partenza, che viene ripetuta in luoghi deputati. A Roncisvalle viene ancora impartita con un rituale plurisecolare. Chi parte non ha la sicurezza di tornare, perciò provvede a sistemare ogni sua questione terrena, con testamento e donazioni, di solito accompagnate da patti che prevedono il rientro in possesso dei beni ceduti al ritorno dal viaggio, purché esso avvenga entro un tempo stabilito. La norma è di tre anni. Attorno ai pellegrini il Cammino si struttura e si organizza, sia architettonicamente che socialmente. Il romanico dà il carattere delle tante chiese che costellano l’itinerario, mentre il gotico segna le due grandi cattedrali di Burgos e di Leon. La seconda, in particolare, conta sulla più vasta superficie di vetrate dipinte, 1800 metri quadrati. In pratica le pareti sono abolite e il vetro chiude la struttura dei costoni che sorreggono il tetto. I centri di accoglienza per i pellegrini sono numerosi e a volte specializzati, nella cura dei malati come nel possesso di una particolare reliquia o nella possibilità di concedere indulgenze.