L’Indipendente 25/07/2004, 25 luglio 2004
i pellegrini, ovvero i primi turisti Nel pellegrinaggio si mescolano fin dall’inizio componenti diverse
i pellegrini, ovvero i primi turisti Nel pellegrinaggio si mescolano fin dall’inizio componenti diverse. La spiritualità è la principale, ma a essa si accompagnano il gusto dell’avventura e la curiosità per il nuovo e il diverso: si situano qui le origini di quello che sarebbe diventato il turismo di massa. Dopo le esperienze della classicità, Polibio e Strabone in particolare, con i pellegrinaggi medievali rinasce il genere letterario della guida per viaggiatori: il libro quinto del Codex Calixtinus, che tratta appunto del percorso da Parigi a Santiago di Compostela, è un esempio di questo tipo di manualistica. Contiene consigli e raccomandazioni sui luoghi di sosta, sui pericoli che si incontrano lungo il viaggio, sui luoghi da visitare e sul paesaggio, allo stesso modo di altri testi coevi rivolti a destinazioni diverse, Gerusalemme e Roma soprattutto. Tre furono infatti i grandi pellegrinaggi della Cristianità: Gerusalemme, Roma e Santiago. L’uomo simbolo della spiritualità medievale, san Francesco, anche se sofferente e ammalato, trovò il tempo e il modo di raggiungere tutte e tre le mete. Il grande monumento, non molto bello, del monte Gozo posto sul Cammino nel luogo dal quale si vede Santiago per la prima volta, ricorda su di un lato la visita di Giovanni Paolo II del 1989, quando celebrò la IV giornata mondiale della Gioventù, e sull’altro il viaggio di san Francesco precedente di oltre seicento anni. A memoria della continuità della devozione cristiana al santo. Dante a spiegare che il vero pellegrino dovrebbe essere considerato solo quello diretto verso Santiago di Compostela, dato che chi va a Gerusalemme si chiama palmare, e romeo chi invece è diretto a Roma. Che i luoghi della Passione e della Resurrezione di Nostro Signore o la tomba di san Pietro divenissero meta di pellegrinaggio è abbastanza scontato, più complessa è la vicenda che fece nascere la terza grande meta dei flussi devozionali del medioevo. La storia, che si mescola con la leggenda, è lunga e articolata. San Giacomo Maggiore, fratello di san Giovanni Evangelista, l’apostolo prediletto, è considerato l’evangelizzatore della Spagna, in particolare di quella settentrionale. Dopo aver svolto la propria missione il santo torna però in Palestina e è lì che viene martirizzato. Erode Agrippa lo fa decapitare in una data compresa fra il 42 e il 44. Dopo l’esecuzione, due suoi discepoli, dei quali la tradizione riporta i nome di Teodoro e Anastasio, ne trafugano il corpo per dargli una degna sepoltura.