Varie, 27 luglio 2004
GUCCI
GUCCI Patrizia (Patrizia Reggiani Martinelli) Vignola (Modena) 2 dicembre 1948. Vedova di Maurizio Gucci, per il cui omicidio fu arrestata insieme a quattro complici il 31 gennaio 1997 • «[...] Tre processi e tre sentenze hanno detto che Patrizia Reggiani, come si chiamava da ragazza e come è tornata a chiamarsi da vedova, è colpevole. Fu lei, dicono le sentenze, a sprofondare insieme alla sua cartomante di fiducia in quel vortice di odio, di desideri di rivalsa, di interessi materiali culminato nell’arruolamento di un killer venuto dal sud. [...] donna piccola e dallo sguardo sfuggente [...] ”in carcere ho trovato più umanità di quella che c’era fuori, ho trovato più persone vere di quelle che frequentavo da donna libera”. [...] Non si è mai dichiarata colpevole. I postumi di una operazione al cervello le sono valsi le attenuanti che le hanno evitato l’ergastolo. [...]”» (Luca Fazzo, ”la Repubblica” 16/10/2005). Secondo la perizia psichiatrica è «’a disagio in situazioni nelle quali non è al centro dell’attenzione, è egocentrica [...] si serve degli altri per raggiungere i propri scopi, è costantemente assorbita da fantasie di successo illimitato, di potere, di fascino, di bellezza, di amore ideale; ha la sensazione che tutto le sia dovuto”. Questo è il terreno mentale sul quale, secondo i medici, si sarebbero abbattute le cinque insopportabili ”ferite narcisistiche”. La prima quando Maurizio Gucci l’abbandona nel 1985; la seconda quando l’ex marito sceglie la nuova compagna, Paola Franchi; la terza quando Patrizia si ammala e lui non la va a trovare, anzi ”festeggia a champagne con l’amica”; la quarta quando le case di St. Moritz vengono riarredate (’le case” spiega Patrizia ai periti in carcere ”facevano parte di me. Chi le toccava era un uomo morto”). La quinta ferita, infine, quando Maurizio Gucci decide di vendere l’azienda di famiglia senza consultarla. ” allora” scrivono i periti ”che le sensazioni di Patrizia escono dalla logica comune”. E nasce l’idea di punire chi l’ha ferita: la donna comincia a chiedere a tutti di trovarle un killer; si affida a una strana amica, la sensistiva Auriemma, che non è del suo rango [...]» (Maurizio Tortorella, ”Panorama” 5/11/1998).