Varie, 25 luglio 2004
POLETTO Severino
POLETTO Severino Salgareda (Treviso) 18 marzo 1933. Cardinale. Ex arcivescovo di Torino (fino al 2010) • «[...] A differenza di altri, come Carlo Maria Martini a Milano, è stato spesso duro con Mani pulite. Ad Asti, ai funerali di Giovanni Goria, biasimò le “esasperazioni” degli inquirenti. A quello di Alessandro Sodano, fratello del cardinale Angelo e arrestato innocente anni prima, chiese ai magistrati di essere “più sensibili alla diginità delle persone”. Negli anni Sessanta era noto come il “prete-operaio”: a Casale esercitava il sacerdozio ed era magazziniere in fabbrica. Poco sensibile alle mode intellettuali, a proposito degli immigrati ha detto che non merita ospitalità chi viene in Italia per delinquere. Ha parlato di globalizzazione cattiva e di globalizzazione buona. Ha condannato il terrorismo non meno della guerra. Ha sostenuto che non esiste bandiera della pace più grande di Cristo risorto. Alle esequie di Gianni Agnelli, citando le autorità presenti, scordò Berlusconi e se ne scusò. Nutre simpatia per Vasco Rossi da quando disse: “Sono alla ricerca di qualcosa di più grande di me”» (“La Stampa” 16/4/2005) • «Facevo il magazziniere in un’azienda metalmeccanica a Casale Monferrato, dov’ero parroco [...] Quasi tre anni. Facevo part time, perché avevo anche la parrocchia. Erano gli anni ’67-’68, quando si poteva veramente parlare di classe operaia [...] La mia parrocchia era in uno dei quartieri più rossi della città, però era una sinistra motivata non da ragioni ideologiche ma piuttosto da ragioni sindacali. C’era il convincimento che solo a sinistra difendessero gli interessi degli operai. Ma tante persone venivano in chiesa. Se avessi avuto solo quelli che votavano una certa parte, avrei avuto la chiesa quasi deserta [...] Ho visto che le persone, al di là di come si presentano ufficialmente, hanno sempre un retroterra, che spesso non conosciamo e di cui bisogna tener conto. Magari uno sbaglia dieci pezzi nella lavorazione e viene punito, ma che ne sappiamo se ha la moglie malata o un’altra preoccupazione? Ho imparato ad andare adagio nelle valutazioni» (Marco Politi, "la Repubblica" 25/7/2004).