22 luglio 2004
Da secoli i fedeli che giungono alla cattedrale di Santiago compiono identici gesti: abbracciare la statua del santo mentre si sussurra al suo orecchio "Raccomandami a Dio, amico mio"; toccare la pietra ai piedi dell’effigie, dove ci sono impronte lasciate da secoli di sfioramenti; dare tre colpi in testa alla statua del ”santo dei bernoccoli”
Da secoli i fedeli che giungono alla cattedrale di Santiago compiono identici gesti: abbracciare la statua del santo mentre si sussurra al suo orecchio "Raccomandami a Dio, amico mio"; toccare la pietra ai piedi dell’effigie, dove ci sono impronte lasciate da secoli di sfioramenti; dare tre colpi in testa alla statua del ”santo dei bernoccoli”. L’origine di quest’ultimo gesto si deve a Mastro Matteo, scultore del Portico della Gloria: qui l’artista aveva immortalato se stesso tra le anime salvate dal santo. Accusandolo il vescovo di superbia, si rappresentò in una statua inginocchiata, per chiedere perdono a Dio di quel peccato. I colpi in testa avrebbero lo scopo di rendere onore a Mastro Matteo per la bellezza dell’opera e per l’umiltà dimostrata.