varie, 22 luglio 2004
BERETTA Mario
BERETTA Mario Milano 30 ottobre 1959. Allenatore. Dalla 16ª alla 22ª giornata del campionato 2010/2011 sulla panchina del Brescia. Dalla 17ª alla 21ª giornata del campionato 2009/2010 sue quella del Torino (B). Nel 2008/2009 al Lecce (esonerato alla 27ª giornata). In serie A ha allenato anche Chievo, Parma, Siena, in B la Ternana, in C1 Saronno, Como, Lumezzane e Varese, in C2 la Pro Patria. Nell’estate 2010 fu per poco più di un mese l’allenatore del Paok Salonicco (dimissioni dopo che i giocatori si erano lamentati per i deludenti risultati delle prime amichevoli) • «Non ho un grande passato come calciatore. Un po’ come Sacchi. Mi tocca farmi un nome da allenatore [...] Sono cresciuto in via Padova, dalle parti di Piazzale Loreto, dove partì il primo Giro d’Italia, in una notte di maggio del 1909. Mio padre Carlo è un milanese di Porta Venezia. Milano è la mia culla» (Claudio Gregori, “La Gazzetta dello Sport” 22/7/2004) • «[...] Il calcio è un mostro strano che non si domina con il pensiero, né con la mano: ci sono allenatori che vengono assunti con contratti faraonici e fanno flop e ci sono allenatori che vengono scelti perché guadagnano poco e fanno ohhh, stupiscono, volano. È il caso di Mario Beretta, tecnico del Parma, assunto nell’estate del 2005 solo perchè il suo ingaggio era inferiore a quello dei suoi colleghi, tenuto sulla graticola per mesi quando si parlava del cambio di proprietà della società, “esonerato”dall’opinione pubblica in attesa dell’arrivo del guru Zeman (cordata Valenza) o del mago Valverde (cordata Sanz) [...] Questa è la parabola di un lavoratore precario che si trasforma in lavoratore a tempo indeterminato [...] “Quando ho firmato il contratto sapevo dell’offerta di Valenza, sapevo che sarebbe arrivato con Zeman, Giovanni Galli e Franco Baldini. Ma ho iniziato lo stesso a lavorare in mezzo a mille problemi, perché volevo rilanciarmi dopo l’esonero dal Chievo [...] Le voci hanno destabilizzato l’ambiente. Per sette mesi, un giorno sì e l’altro pure, si discuteva solo del passaggio di proprietà. E il nuovo padrone mi avrebbe cacciato. Non è facile restare sereni [...] Ho pensato a quando insegnavo educazione fisica a scuola. Ero precario anche allora, non ero di ruolo: mi sono adeguato. Ho cercato di concentrarmi solo sul lavoro [...]”. Che tipo di allenatore vorrebbe essere? “Un mix tra il primo Sacchi del Milan, Scala, Lippi e Ancelotti”. [...] mai capitato di rubare un segreto a questi tecnici? “Non a questi, ma a un altro sì: Glerean che ha fatto il corso a Coverciano con me. Una volta mi sono fatto spiegare come si difende a zona sulle palle inattive [...]”» (Andrea Schianchi, “La Gazzetta dello Sport” 11/3/2006).