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 2004  luglio 22 Giovedì calendario

TOGNI

TOGNI Livio Milano 28 ottobre 1950. Domatore. Ex senatore. Di Rifondazione comunista • «La pecora nera del circo tradizionale italiano. Intanto perché è molto rosso: dal 2001 è senatore di Rifondazione Comunista, quasi uno scandalo in un ambiente conservatore come quello del circo. Poi perché alla fine degli anni 80 decise di montare uno spettacolo troppo moderno, quel Florilegio che andò in giro in tutta Europa e meritò l’attenzione e gli applausi anche dei colleghi del Cirque du Soleil. Pur mantenendo gli animali e i numeri acrobatici, Livio Togni (domatore) osò un gesto rivoluzionario: prese in giro il circo tradizionale, ne colse l’ironia, ne sottolineò il gioco. Cosa che continua a fare: il Circo Maccheroni [...] ha la semplicità del teatro di strada e, come il teatro di strada, è all’aperto. Un circense senza tendone è come Sansone senza capelli. "Niente affatto. La forza dei sette protagonisti del Circo Maccheroni è quella di tornare alle origini, alla semplicità, alla commedia dell’arte". Perché uno che si chiama Togni ed è domatore fa un circo senza animali? "Perché non servivano. Io non sono contro gli animali nei circhi; se li trattano bene possono essere degli esempi positivi. Rispetto un animale come rispetto un essere umano". Perché uno che si chiama Togni ha creato un circo intimista? "Volevo un circo senza trucchi. Con pochi personaggi; in scena sono i miei fratelli Corrado e Davio, poi c’è il signor Maccheroni, l’uomo più forte del mondo, che nella vita si chiama Francesco Carnevale ed è un ex pasticciere". Una sfida alla grandeur dei circhi americani? "Non è una sfida, anche se credo che i conflitti siano interessanti". Dunque ammette che tra il circo contemporaneo e quello tradizionale sia in atto un conflitto. "Le famiglie sono divise tra chi pensa che sia giusto cambiare e chi lo vede come un tradimento [...] Io credo che si debba fare crescere il pubblico, spostarne il giudizio. Aspetto un ricambio generazionale e una nuova partenza del circo italiano. Sento che nei giovani c’è già la necessità, non temono il nuovo [...] La nostra scuola manca di creatività individuale. Se è vero che i piccoli robot cinesi ci distruggeranno sempre sul piano tecnico e tradizionale, è anche vero che noi abbiamo avuto la commedia dell’arte, l’interpretazione, la farsa. E che è arrivato il momento di ricordarsene [...] Il circo dal quale vengo si è sempre preso troppo sul serio [...] Una legge sul circo che si chiami Togni: questo è il mio sogno"» (Laura Putti, "la Repubblica" 8/7/2004).