varie, 22 luglio 2004
SENSI Rosella
SENSI Rosella Roma 18 dicembre 1971. Dal 15 luglio 2011 assessore del comune di Roma (nominata per il rispetto delle quote rosa dopo che il Tar aveva azzerato la giunta Alemanno, si occupa della promozione e sviluppo di Roma, della candidatura per i Giochi 2020 e dei grandi eventi). Ex presidente e amministratore delegato della Roma (fino al 2011). Figlia di Franco • «La prima donna protagonista del calcio italiano ad alti livelli». «Le foto sui giornali non le rendono giustizia: è più alta e più bella. Ma neppure lo sguardo luminoso che le viene universalmente riconosciuto [...] Guardi lei e pensi ai Giraudo, ai Galliani, perfino ai Gaucci, e dici: potrebbero farne un sol boccone. Lei, invece, scricciolo quanto vuoi, pensa a tutti loro e li mette gagliardamente sull’avviso: “Ho sentito parlare di lupi e di agnelli: ricordatevi solo che i lupi siamo noi, noi della Roma”. [...] un fascio di nervi e di intelligenza al servizio della passione giallorossa. Tosta ma non solo: ci vuol poco a realizzare che siamo davanti alla donna più importante del calcio italiano, a un mix unico di competenza manageriale e di tradizione familiare, a un incrocio di finanza e di tifo che da qualche parte, vedrete, farà scuola. Ha sulle spalle, su quelle spalle da signorina beneducata alla scuola delle suore spagnole, il destino di una dinastia imprenditoriale e di una società calcistica che ha fatto storia, ma non si lamenta [...] “I primi ricordi che ho dello stadio sono quelli dello scudetto: Di Bartolomei, Falcao, Pruzzo. Ma la Roma noi sorelle Sensi l’abbiamo nel Dna. Certo, la nostra vità cambiò quando un bel giorno papà si presentò a casa e annunciò: ho comprato la Roma. Da quel giorno diventammo le figlie del presidente”» (Nino Cirillo, “Il Messaggero” 19/7/2004). «[...] le mie due sorelle e io, siamo cresciute in una famiglia romanista e i racconti di papà sono sempre stati impregnati di questa romanità: ci parlava del nonno che aveva fondato la Roma e costruito il campo del Testaccio (Silvio Sensi, ingegnere che partecipò anche alla costruzione di piazza del Campidoglio). La Roma fa parte della famiglia da sempre, è una tradizione che si rinnova. Ricordo la mia prima volta allo stadio: avevo 6-7 anni, credo fosse Roma- erugia. Ho in mente la gente, la folla, e quell’Olimpico che emozionava: prima dei lavori per Italia 90 erauno stadio aperto, si vedeva la Farnesina, si spaziava sulla città. Per noi bambine era una meraviglia oltre che un premio per il buon comportamento [...] di Viola ho un ricordo bellissimo e non capivo quandolo insultavano. Ma come, mi dicevo, ci ha fatto vincere lo scudetto e i tifosi lo attaccano... mi dispiaceva molto e mi sfuggiva il senso. Poi l’ho vissuto in prima persona con gli insulti a papà e a me, i tifosi sotto casa... Si fatica ad abituarsi [...] Sono attratta dal giornalismo. Mi piace conoscere le persone, mi piacerebbe intervistarle: per hobby, non come professione. Alla fine credo che il sogno di scrivere un libro sulla mia esperienza lo realizzerò. Io, donna, con un ruolo nel mondo del calcio: è un punto di vista particolare [...] Gli uomini sono discontinui e spaventabili. L’uomo deve sempre avere il controllo della situazione e non si mette mai in discussione, a differenza della donna che proprio per questo sa accettare la sconfitta. Per l’uomo spesso la sconfitta è destabilizzante proprio perché non è messa in preventivo [...]”» (Enrica Speroni, “La Gazzetta dello Sport” 11/9/2005).