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 2004  luglio 22 Giovedì calendario

Ramzi Rachid

• (Rashid Khoula) Safi (Marocco) 17 luglio 1980. Mezzofondista (che corre per il Bahrain). Campione mondiale 2005 degli 800 e dei 1500, sull’ultima distanza ha vinto l’oro alle Olimpiadi del 2008 (poi positivo al Cera), argento ai mondiali 2007 • «[...] Roba da brividi, roba da consegnare dritta dritta alla storia. In 27 edizioni di Giochi Olimpici è riuscita cinque volte, ma l’ultima risale a [...] Tokyo 1964, al leggendario neozelandese Peter Snell. In nove Mondiali, invece, nessuno s’era spinto a tanto [...] Ramzi non rappresenta il Bahrain perché, come è invece accaduto per tanti altri mezzofondisti africani, è scappato dal Paese d’origine. «“Semplicemente — ricorda — nel 2001 ero senza lavoro e un amico mi ha offerto un posto da 750 dollari almese nel Golfo Persico. Quando mi sono trasferito, ho anche cominciato ad allenarmi seriamente e la federazione locale, che stava creando una squadra nazionale, mi ha adocchiato. L’1 luglio 2002 ho ricevuto il passaporto e la mia vera carriera ha preso il via. [...] In Bahrain — sottolinea — fa sempre molto caldo. Allenarsi lì è praticamente impossibile. Così, al massimo, ci trascorro due o tre settimane all’anno. Per il resto mi divido tra Ifrane e la mia Safi”. Tecnicamente è seguito da Khalid Boulami, il marocchino bronzo sui 5000 ai Mondiali di Göteborg ’95 e all’Olimpiade di Atlanta ’96, nonché fratello maggiore di Brahim, l’ex primatista mondiale delle siepi [...] “ Sono cresciuto nel mito di Said Aouita, Noureddine Morceli e Hicham El Guerrouj — racconta — sentire il mio nome affiancato a quello di simili personaggi mi imbarazza emi emoziona”. [...]» (Andrea Buongiovanni, “La Gazzetta dello Sport” 15/8/2005) • «Figlio di un muratore, secondo di 4 rampolli, Rachid a 18 anni non vedeva grandi prospettive per il futuro. Safi, la città marocchina dove è nato, a metà strada fra Casablanca e Agadir, non sembrava offrirgli un lavoro sicuro. Era un atleta bravino, ma stava nel mucchio. Così un giorno accettò una proposta che da noi sembrerebbe strana. “Un amico mi consigliò di cambiare aria. Lui viveva da tempo in Bahrein, mi disse che l’esercito stava cercando qualche buon atleta per il suo club. La paga non era male, ci pensai un po’ e partii: era la fine del 2001. Io non ho niente a che fare con quello che è successo ultimamente in Qatar, non ho cambiato nazionalità per l’Olimpiade. Col Bahrein ho già vinto ai Giochi asiatici del 2002, 800 e 1500, sulla distanza più lunga battendo Cherono, che ora ha quel lungo nome arabo. Io sono regolare e ho il doppio passaporto”. Prima di passare all’atletica, giocava a calcio, nelle giovanili di Safi. “Con il numero 10 — ricorda — come Maradona. Poi ho scoperto il cross country. Nel ’99 mi hanno inserito nel programma rivolto ai migliori giovani del Paese e nel 2001 sono andato nel centro di allenamento di Ifrane”. Il suo primo stipendio è stato di 750 dollari al mese come soldato [...] Dalla fine del 2002 è seguito da Khalid Boulami, bronzo olimpico ’96 sui 5000, direttore tecnico del Bahrein. “Lì fa troppo caldo, quindi mi alleno a lungo in Marocco, dove mi aspetta la mia fidanzata [...]” . [...] ha un telaio leggero ( 1.74 per 54 kg) e nell’incedere morbido e rotondo ricorda Said Aouita, primo grande del mezzofondo marocchino» (Gianni Merlo, “La Gazzetta dello Sport” 6/7/2004) • «[...] Il piccolo Rashid, che allora di cognome faceva Khoula, sopra il suo letto nella povera casa di Safi, piccolo centro sulla strada che da Casablanca porta ad Agadir, in Marocco, aveva proprio il poster del campione olimpico di Atene. Era il secondo dei 4 figli di un muratore, futuro a cui forse eracondannato. Lo hanno salvato le sue gambe. [...] Marocchino nel cuore, ma con la maglia del Bahrain. La sua avventura è iniziata con i cross scolastici che in Marocco sono la prima voce dell’imponente organizzazione per il reclutamento. Prima giocava a pallone nella squadra giovanile di Safi. Si fece notare in quelle prove fra studenti e nel ’98 venne inserito nel gruppo dei giovani atleti seguiti direttamente dalla federazione. Significava cibo sicuro, possibilità di studiare e soprattutto di avere un futuro. Una scelta, quella federale, subito ripagata visto che Rashid solo l’anno successivo vinceva l’argento dei 1500 dei campionati africani juniores. Però in Marocco era dura. Non certo per El Guerrouj, che nel frattempo dominava il mondo, ma per tutti quelli (ed erano tanti) fra lui e la stella Hicham. La svolta della sua vita è avvenuta nel 2001, quando un amico gli ha detto che la squadra dell’esercito del Bahrain cercava atleti che corressero forte. Rashid non era nessuno ed i 750 dollari al mese di paga gli facevano gola. Un piccolo particolare che purtroppo è un vezzo del Bahrain: oltre il nome, da Khoula a Ramzi, gli è stata pure cambiata la data di nascita, dal 9 novembre ’79 al 17 luglio ’80. Pure nel paese del Golfo Persico ripagò subito la fiducia dei dirigenti vincendo l’anno successivo, il titolo asiatico su 800 e 1500. Anche se veste lamaglia del Paese arabo, la sua vita non è cambiata di molto. “Per buona parte dell’anno — spiega Ramzi — mi alleno a Ifrane, il centro sulle montagne dell’Atlante, e durante l’estate, nella stagione dei meeting, in Francia o in Belgio. No, con i miei ex dirigenti non c’è il rapporto conflittuale che invece vive Cherono (Shaheen in Qatar, oro dei 3000 siepi, ndr ) con il Kenya. Certo, non sono contenti, ma hanno capito la mia scelta. In fondo ho il doppio passaporto”. [...]» (Pierangelo Molinaro, “La Gazzetta dello Sport” 11/8/2005).