Varie, 21 luglio 2004
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Arrigoni Daniele
• Cesena (Forlì) 28 agosto 1959. Ex calciatore. Allenatore. Dal novembre 2011 sulla panchina del Cesena. In A ha guidato anche Cagliari e Livorno • «Dopo quindici anni da difensore centrale - Cesena, Udine, Ancona, Forlì, Siena, Monopoli, Triestina - si è seduto sulla panchina. "Sono venuto su con i concetti di Sacchi. Ho imparato molto da lui, soprattutto la metodologia. Ho incominciato nella stagione 1994-95 con il Castel San Pietro e siamo diventati campioni d’Italia dilettanti. Un successo. Giocavamo col 4-4-2 con due esterni d’attacco. Poi ho fatto il secondo di Perotti al Genoa. Sono tornato al Castel San Pietro in C2. A Montevarchi sono stato esonerato dopo 5 giornate. A Pesaro ho ottenuto la promozione in C1. Col Messina la salvezza in B: la considero il mio capolavoro professionale. A Palermo sono rimasto tre mesi, tra Glerean e Sonetti. A novembre ho preso il Frosinone in C2 e l’ho portato alla promozione: ho avuto la fortuna di trovare una società molto moderna, pronta, che mi ha facilitato al massimo. I dirigenti hanno un ruolo cruciale nei successi di una squadra [...] Senza coraggio non si va da nessuna parte. Io sono un coraggioso e spero di comunicare questo coraggio alla squadra". Di coraggio Arrigoni certo ne ha. Si è calato in C2 per risorgere. E, poi, è passato da Zamparini a Cellino, due mangia-allenatori. È il quindicesimo allenatore dell’era- Cellino, ma non si spaventa. [...] "Sono un allenatore senza procuratore. Ed è un vanto per me. Ci tengo a dirlo. È un messaggio anche per i più giovani, che faticano a trovare spazio. Non si deve disperare mai [...] Ho disputato tre campionati di A da calciatore, a Cesena e Udine. Ho giocato in tutte le categorie. Ho allenato in tutte le categorie. Il calcio non ha segreti per me, anche se c’è sempre da imparare [...] Ho giocato e allenato sempre in città di mare: Messina, Palermo, Cagliari... Il mare mi dà un senso di tranquillità. Vado per mare con le pinne: due- tre ore. Mi regala la solitudine: mi fa pensare molto. Il mare rappresenta l’avventura, la vastità, orizzonti che non finiscono mai"» (Claudio Gregori, "La Gazzetta dello Sport" 21/7/2004).