L’Indipendente 11/7/2004, 11 luglio 2004
Non c’è dubbio che le vicende irachene, che fanno parte della nostra cronaca quotidiana, siano destinate a passare alla storia
Non c’è dubbio che le vicende irachene, che fanno parte della nostra cronaca quotidiana, siano destinate a passare alla storia. Determineranno, come speriamo, una svolta importante e positiva nella risposta dell’occidente all’aggressione terroristica. E le immagini dell’abbattimento della statua di Saddam Hussein da parte dei marines americani alla presa di Bagdad resteranno a testimoniare la giustezza di una peraltro drastica contromisura difensiva. Oppure l’inizio di una nuova terribile fase dello scontro fra mondo ricco e povero, democrazia occidentale e integralismo, come sostengono in molti a sinistra. I quali leggono in questo senso altre immagini che sono già storia, quelle degli ostaggi, esibiti su Al Jazeera e poi decapitati. Di sicuro passerà alla storia l’ultima puntata di Ballarò su Raitre dedicata alla vicenda. Non tanto per la requisitoria consueta di Lilli Gruber contro gli americani, o per la legittima difesa del ministro Giovanardi dell’operato del governo, né per l’inutile (non per colpa sua) tentativo di Paolo Mieli di richiamare l’attenzione di tutti sulla positività del passaggio di poteri. Piuttosto per la risposta, questa sì storica, data dal Dalai Lama al conduttore su come risolvere il problema: «Troppo difficile», ha detto Sua Santità, che è poi scoppiato in una lunga e sonora risata!