L’Indipendente 11/7/2004, 11 luglio 2004
Secondo lo storico greco Erodoto, «gli egiziani sono straordinariamente devoti, più di tutti gli altri uomini» e «rispettano in modo straordinario le norme religiose»
Secondo lo storico greco Erodoto, «gli egiziani sono straordinariamente devoti, più di tutti gli altri uomini» e «rispettano in modo straordinario le norme religiose». Nemmeno una divinità del foltissimo pantheon mancava di un tempio proprio o quantomeno di una cappella all’interno di un edificio sacro dedicato a altri dei. Anche perché le divinità dell’antico Egitto rimasero sempre, lungo la plurimillenaria storia del Paese, divinità locali che non furono mai organizzate in un rigido sistema gerarchico. Di conseguenza, il clero era molto numeroso e diffuso capillarmente, ma non inquadrato in una chiesa centrale. La nomina dei sacerdoti era una prerogativa del faraone, che nella sua persona era il garante dell’unità religiosa (incarnava la Maat) e politica (da quando unì la carica di sovrano dell’Alto e Basso Egitto). Ma di fatto tale carica, come quelle civili, divenne tendenzialmente ereditaria (sintomo di una società conservatrice). Inoltre, una medesima persona poteva accumulare cariche sacerdotali e cariche amministrative. Nessun rischio di teocrazia, dunque.