L’Indipendente 11/7/2004, 11 luglio 2004
forever young La cerimonia più importante era la festa Sed (chiamata anche ”giubileo”): documentata fin dalle epoche più antiche, esprimeva il concetto che il potere e la sovranità devono rinnovarsi completamente a ogni generazione, sia in terra sia nell’Aldilà
forever young La cerimonia più importante era la festa Sed (chiamata anche ”giubileo”): documentata fin dalle epoche più antiche, esprimeva il concetto che il potere e la sovranità devono rinnovarsi completamente a ogni generazione, sia in terra sia nell’Aldilà. Nonostante fosse menzionata e raffigurata molto di frequente, la festa Sed veniva realmente celebrata, tranne rare eccezioni, dopo che il faraone aveva compiuto i trent’anni di regno, cioè dopo il passaggio di una generazione, e era poi ripetuta a brevi intervalli di tre o quattro anni. Il centro del rituale era a volte la sepoltura di una statua del re, che personifica il vecchio sovrano, a volte la ripetizione dell’incoronazione dove il re, tornato giovane, mostra la sua vigoria fisica con una corsa davanti agli dei. Secondo lo storico greco Diodoro Siculo, l’intera giornata del sovrano era minuziosamente programmata e la sua vita era circondata da norme-tabù. Il sacerdote Rawer, in un’iscrizione nella sua tomba a Giza, racconta un episodio per lui potenzialmente molto pericoloso: durante un rito, fu urtato accidentalmente dalla mazza del re Neferirkara (V dinastia), che dovette affrettarsi a dichiarare che il gesto non era intenzionale e che il sacerdote non andava punito.