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 2004  luglio 18 Domenica calendario

«I terroristi islamici stanno decapitando gli ostaggi perché sanno che il filmato di un metodo di uccisione tanto cruento provoca sgomento e paura in Occidente»

«I terroristi islamici stanno decapitando gli ostaggi perché sanno che il filmato di un metodo di uccisione tanto cruento provoca sgomento e paura in Occidente». Ugo Fabietti, docente di antropologia culturale all’università di Milano ”Bicocca” non ha dubbi. «Se non ci fosse stata l’intenzione di diffondere il video delle esecuzioni - spiega Fabietti - i terroristi non si sarebbero mai sognati di decapitare. Si sarebbero limitati a uccidere coi soliti metodi». Però è un fatto che quattro paesi islamici puniscono chi commette reati molto gravi tagliandogli la testa sulla pubblica piazza con una scimitarra. «Non escludo che possa esserci un richiamo alle esecuzioni dei criminali in paesi come l’Arabia Saudita ma credo che le decapitazioni degli ostaggi rispondano soprattutto alla finalità di rendere spettacolare la brutalità per seminare paura. Anche in conflitti come quello in Jugoslavia o in Rwanda, la violenza efferata che le parti in guerra si riservano, risponde alla stessa esigenza. Le uccisioni devono essere barbare perché in questo modo si terrorizza l’avversario, lo si spinge alla fuga». Ma quale valenza simbolica si può attribuire alla decapitazione? «Il significato simbolico è molto evidente. Con la testa si taglia la parte più nobile del nemico. Nella testa c’è la bocca con cui si parla, il cervello con cui si pensa, le orecchie con cui si sente, gli occhi con cui si vede. Ma questo discorso credo che ci porti fuori strada. I terroristi decapitano e filmano le decapitazioni per spaventare, creare sgomento in un Occidente che fino a non molto tempo fa applicava lo stesso modo di eseguire le condanne a morte, ma ora non è più abituato a queste forme di violenza».