L’Indipendente 18/07/2004, 18 luglio 2004
mastro titta, er boia Le esecuzioni, nella Città Santa, continuarono fino alla abolizione della pena di morte in Italia, sancita dal codice Zanardelli, nel 1889
mastro titta, er boia Le esecuzioni, nella Città Santa, continuarono fino alla abolizione della pena di morte in Italia, sancita dal codice Zanardelli, nel 1889. Il boia più famoso fu Giambattista Bugatti, detto Mastro Titta. Eseguì 516 condanne e le descrisse nelle sue Annotazioni. Nel 1864, a 85 anni, fu messo a riposo da Pio IX con una pensione di 30 scudi. Prima di ogni esecuzione si confessava, faceva la comunione. Giustiziere di Sua Santità, esordì impiccando e squartando a Foligno Nicola Gentilucci, «giovinotto che, tratto dalla gelosia, aveva ucciso... un prete e il suo cocchiere». Lord Byron assistette a tre sue decapitazioni nel 1813, e scrisse che «La cerimonia, - compresi i preti con la maschera, i carnefici mezzi nudi, i criminali bendati, il Cristo nero e il suo stendardo, il patibolo, le truppe, la lenta processione, il rapido rumore secco e il pesante cadere dell’ascia, lo schizzo del sangue e l’apparenza spettrale delle teste esposte - è nel suo insieme più impressionante del volgare rozzo e sudicio new drop e dell’agonia da cane inflitta alle vittime delle sentenze inglesi». Furono i francesi, durante la repubblica napoleonica, a introdurre la ghigliottina a Roma. La prima vittima fu Tommaso Tintori, accusato di omicidio e decapitato nel 1810 da Mastro Titta. Nel 1815 il Congresso di Vienna restituì Roma al Papa ma la ghigliottina restò in funzione perché ritenuto strumento troppo agile e veloce per potervi rinunciare a cagione di motivi ideologici. Tommaso Borzoni, reo di omicidi appensati e ladrocini, fu il primo ghigliottinato sotto il Governo Pontificio, il 2 ottobre 1816. Gli ultimi, il 24 novembre 1868, furono Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti, accusati dell’attentato alla caserma Serristori che causò la morte di 25 zuavi. Eseguì Antonio Balducci, già aiutante di Mastro Titta. Sarebbe infine impossibile elencare i casi di decapitazione criminale, ultima manifestazione di questa modalità di uccisione in Occidente, dopo l’abolizione della pena di morte, compreso, naturalmente, quello più o meno coincidente alla cruenta fine toccata a Berg. Carlo Cirillo, 43 anni, candidato alle elezioni comunali di Pompei, uscito di casa alle 7 del mattino, lunedì 24 maggio, per recarsi al lavoro, non è giunto in azienda. Il suo corpo decapitato è stato ritrovato un paio di giorni dopo ai bordi della superstrada Nola - Villa Literno. Come accade di solito in casi simili, la testa va perduta. di Antonio armano