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 2004  luglio 19 Lunedì calendario

SWEENEY

SWEENEY Charles. Nato a Lowell (Stati Uniti) nel 1919, morto a Boston (Stati Uniti) il 18 luglio 2004. Pilota. «Il pilota dell’aereo che sganciò la bomba atomica su Nagasaki il 9 agosto 1945 [...] aveva sulla coscienza i 70 mila morti della seconda esplosione atomica sul Giappone [...] Sweeney aveva 25 anni e non aveva mai sganciato una bomba su un obiettivo nemico quando pilotò la Superfortezza B-29 "Bock’s Carc" che bombardò Nagasaki tre giorni dopo il primo attacco nucleare dell’America su Hiroshima. Il generale era uno degli ultimi sopravvissuti di quella missione che accelerò la fine della guerra [...] Sei giorni dopo l’esplosione di Nagasaki, il 15 agosto 1945, il Giappone firmò la resa: dopo sei anni e 60 milioni di morti, calava il sipario sulla seconda guerra mondiale. Ed è per questa considerazione che, a dispetto delle decine di migliaia di vittime provocate da "Fat Man" (questo il soprannome della seconda atomica sul Giappone), Sweeney non soffrì mai di sensi di colpa e divenne un difensore dell’attacco atomico che aveva consentito - questa la sua tesi - di abbreviare il corso del conflitto e di risparmiare globalmente molte vite, specie americane. "Per me era un dovere. Volevo che la guerra finisse, per poter tornare tutti a casa, per riabbracciare i nostri cari", aveva detto il generale al quotidiano "Patriot Ledger" di Quincy in Massachusetts nel 1995, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua missione. L’ufficiale aveva raccolto le sue memorie in un libro: La fine della guerra. Il racconto di un testimone. Quella ai comandi del B-59 su Nagasaki era stata la sua seconda missione dell’epoca nucleare: tre giorni prima del volo su Nagasaki, l’allora maggiore Sweeney aveva pilotato un aereo di appoggio alla squadriglia dell’"Enola Gay" protagonista dell’attacco di Hiroshima. Il B-29 "Bock’s Car" non divenne altrettanto famoso del primo bombardiere atomico anche se la missione di Sweeney fu ben più difficile della prima: il bombardiere ebbe fin dall’inizio problemi di carburante, poi, una volta arrivato sul Giappone, nuvole e fumo coprirono, salvandolo, il bersaglio iniziale di "Fat Man": la città di Kokura. Dopo aver fatto diversi sorvoli a rischio su Kokura, Sweeney optò per Nagasaki: un’improvvisa schiarita permise di sganciare la bomba che centrò l’obiettivo provocando oltre settantamila morti secondo le stime Usa. Ottantasette mila secondo quelle giapponesi» ("La Stampa" 19/7/2004).