Raimondo Bultrini, "L’espresso" 15/7/2004, pagina 76., 15 luglio 2004
La lotta tradizionale indiana si chiama Bharatiya Kushti. I lottatori ("palawan") si addestrano senza distinzione di casta sulla nuda terra
La lotta tradizionale indiana si chiama Bharatiya Kushti. I lottatori ("palawan") si addestrano senza distinzione di casta sulla nuda terra. La prima sessione di allenamento della giornata comincia anche alle tre del mattino con esercizi di respirazione per pulire i polmoni, seguiti dal rito della defecazione vicino a piccoli stagni, dove la qualità delle feci è controllata per verificare la salute dell’intestino. Prima che sorga il sole, tra gli alberi, il lottatore si scalda i muscoli e spazzola i denti con rametti di nim. Poi si lava e unge il corpo di olio di mostarda per entrare purificato nell’arena di terra rossa, spesso cosparsa di petali di rosa e semi di calendula. Nel pomeriggio inoltrato si svolge una seconda serie di esercizi. L’età degli atleti va da 8 a 65 anni, anche se si fa l’agonismo non oltre i 40, quando in genere l’atleta si sposa e mette su famiglia. Fino ad allora, il celibato e l’astinenza sessuale sono ideali per mantenere il corpo e la mente nella condizione del «guerriero divino». Mangiano una gran quantità di proteine e bevono molto latte (che simboleggia il «seme femminile capace di raffreddare gli effetti eccitanti della produzione di sperma»). Nella dieta anche panna ghi, yoghurt e mandorle, lenticchie dal, frutta.