Enrico Franceschini, "la Repubblica" 13/7/2004, pagina 20., 13 luglio 2004
Un gruppo di scienziati ha negato l’autenticità dei resti di Nicola II Romanov e della sua famiglia, ritrovati sepolti in una fossa comune vicino Ekaterinburg nel 1991
Un gruppo di scienziati ha negato l’autenticità dei resti di Nicola II Romanov e della sua famiglia, ritrovati sepolti in una fossa comune vicino Ekaterinburg nel 1991. Secondo il dottore della Stanford University Alec Knight, portavoce del gruppo, i test del Dna effettuati nel 1993 sulle ossa dello zar e dei familiari presentano «gravi irregolarità forensiche» e i risultati sono «impossibili». Knight è convinto che dietro il falso riconoscimento ci sarebbero le autorità russe: una volta collegate le ossa ai Romanov il caso sarebbe stato chiuso così che il Cremlino potesse espiare almeno simbolicamente l’eccidio commesso nel 1918 su ordine di Lenin. Per giungere alle sue conclusioni, knight ha confrontato i resti dei presunti Romanov con un dito della Granduchessa Elisabetta, sorella della zarina, conservato a New York: i due Dna sarebbero incompatibili.