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 2004  luglio 04 Domenica calendario

Notabili adiposi Allorché nelle province si procede a delle nomine, accade spesso di leggere o di sentire: «La pubblica opinione è rimasta indifferente di fronte alla nomina di Tizio o di Caio, perché sconosciuto nell’ambiente»

Notabili adiposi Allorché nelle province si procede a delle nomine, accade spesso di leggere o di sentire: «La pubblica opinione è rimasta indifferente di fronte alla nomina di Tizio o di Caio, perché sconosciuto nell’ambiente». Si noti: la pubblica opinione! Coloro che fanno affermazioni di questo tenore, appartengono, generalmente alla categoria degli ipercritici solitari, che probabilmente, se non con tutta certezza, vorrebbero trovare, anche nel più modesto quanto ammirevole gerarca di provincia, un genio di fama mondiale o, nella peggiore delle ipotesi, la cosiddetta «personalità»: il commendatore o il grande ufficiale per antonomasia, con adipe, più o meno abbondante, e barba; la «personalità» adusata alla riverenza e alla significativa stretta di mano, che abbia al suo attivo una lunga filza di cariche, da quella venerabile di sindaco a quella di benefico presidente di una congregazione di carità, e possa magari vantare, fra i meriti eccelsi, quello, per esempio, di essere stato un ex deputato del vecchio regime o un eterno candidato ad un collegio uninominale o, in mancanza di meglio, un grande ed esperto capo elettore. Peggio poi quando si tratta di cariche di carattere amministrativo. Giuoca allora il famoso ”esperto” indispensabile, insostituibile, il tecnico di grosso calibro, il cosiddetto uomo del vecchio stampo che, nei confronti delle Camicie Nere, ha rivelato la stessa sensibilità epidermica dell’ippopotamo. E siamo all’anno XIII: sono passati cioè tredici anni sulle spalle dei legionari della Marcia su Roma, con relativi collaudi multipli, rigorosi, formativi della necessaria esperienza. Gli indifferenti, per noi più spregevoli degli stessi immemori, ricordino che «gli sconosciuti nell’ambiente» sono spesso, se non sempre, uomini che hanno servito la Rivoluzione da oscuri, ma da ardimentosi squadristi, che hanno rischiato la propria vita e che sarebbero prontissimi rischiarla ancora, qualora il DUCE lo richiedesse, che riscaldano ogni atto col loro inesauribile entusiasmo e con la loro appassionata volontà di servire, all’infuori di ogni vanità personale e preoccupazione di ordine personale-carrieristico; oppure giovani che provengono dalla stessa scuola, saldissimi nello spirito e nei muscoli, impazienti di cimentarsi. Quanto sopra, è evidente, segna una precisa direttrice di marcia. Foglio di disposizioni, 8 dicembre 1934