Franco Cimmino, ཿVita quotidiana degli Egizi, Rusconi Libri, 1994., 12 luglio 2004
Il mestiere più diffuso in Egitto era quello del contadino. Le coltivazioni di grano e lino costituivano i settori principali dell’economia faraonica, ma si piantavano anche cetrioli, cocomeri, fave, lenticchie, ceci, porri, fichi, datteri, giuggioli, uva
Il mestiere più diffuso in Egitto era quello del contadino. Le coltivazioni di grano e lino costituivano i settori principali dell’economia faraonica, ma si piantavano anche cetrioli, cocomeri, fave, lenticchie, ceci, porri, fichi, datteri, giuggioli, uva. Si ottenevano olii da sesamo, moringa e ricino (l’ulivo si usò soltanto dopo il 1580 a.C., ma rimase sempre una rarità). Sulle rive del Nilo e degli stagni crescevano spontanei i papiri (se ne masticavano i gambi dolci, mentre gli steli erano usati per fare canoe, canestri, gabbie, sandali). Da altre piante, come l’edera, si ottenevano tinture e medicamenti. Gli orti erano divisi in piccoli riquadri intorno ai quali scorrevano canaletti per l’irrigazione. Se non c’era la possibilità di irrigare il campo, lo si innaffiava con giare piene d’acqua portate a spalla grazie a un bilanciere.