L’Indipendente 4/7/2004, 4 luglio 2004
Milano si fregiava del titolo di capitale morale, conferitogli da un altro napoletano, direttore de La Perseveranza dal 1866 al 1874, Ruggero Bonghi
Milano si fregiava del titolo di capitale morale, conferitogli da un altro napoletano, direttore de La Perseveranza dal 1866 al 1874, Ruggero Bonghi. Soprattutto era la capitale della cultura. Le iniziative editoriali fervevano, solide e ben ponderate non estemporanee come a Roma. La Scala e Verdi davano il primato musicale. Una decina di teatri quello drammaturgico. Caffè, osterie e ristoranti erano i cenacoli delle nuove tendenze letterarie come la scapigliatura. Glorie del passato erano ancora in circolazione come il nonagenario pittore Francesco Hayez. L’analfabetismo, la cui media nazionale era del 68 per cento, scendeva a Milano al 45. La popolazione, in dieci anni, passò da 300 a 400 mila. Gli stabilimenti industriali non trovavano più spazio nella cerchia dei Navigli e sorgevano fuori porta contendendo il terreno ai contadini. Le osterie, gran parte delle quali con alloggio, erano ben 600 a testimonianza di un ingente flusso migratorio. Trecentocinquanta opere pie provvedevano ai diseredati. Un esercito di questurini combatteva la mala. Anche politicamente la situazione era favorevole. Non esistevano risentimenti antipiemontesi. I conservatori erano in numero minore che altrove. La classe operaia era divisa tra socialisti, anarchici e repubblicani. Ritrovava unità solo nei grandi scioperi per le vertenze salariali. L’arcivescovo, monsignor Luigi Nazari, era conciliatorista e moderato. I partiti non esistevano su scala nazionale. C’erano cellule, nelle maggiori città italiane, prive di strutture di collegamento. Non si concepiva attività di militanza che prescindesse dai giornali. Una serie di condizioni propizie alla nascita di un nuovo quotidiano. Ma ne esistevano già otto per una tiratura corrispondente a un terzo di quella nazionale che era pari a 500 mila copie. Contando anche i periodici, si stampavano, nel 1873, a Milano 137 testate contro le 109 di Roma, le 107 di Firenze e le 85 di Torino. L’arte fotografica si andava perfezionando. Illustratori e disegnatori accorrevano dal resto del Paese.