Fabio Monti, "Corriere della Sera" 16/9/2001., 16 settembre 2001
Il primo agosto 1925 fu posta la prima pietra dello stadio San Siro. A volere l’impianto, l’allora presidente del Milan Piero Pirelli, insoddisfatto dei campi del Velodromo Sempione e di viale Lombardia, dove solitamente giocavano i rossoneri
Il primo agosto 1925 fu posta la prima pietra dello stadio San Siro. A volere l’impianto, l’allora presidente del Milan Piero Pirelli, insoddisfatto dei campi del Velodromo Sempione e di viale Lombardia, dove solitamente giocavano i rossoneri. La costruzione della struttura andò in appalto alle Imprese Riunite Fratelli Fadini, a dirigere i lavori sono gli ingegneri Alberto Cugini e Ulisse Stacchini (ideatore della stazione centrale milanese). Nel cantiere lavorarono 120 operai che terminarono i lavori in tredici mesi e mezzo: le chiavi dello stadio furono consegnate il 15 settembre 1926 nelle mani del direttore Anteo Carapezzi, famoso ciclista dell’epoca. La superficie era di 37 mila metri quadri, quattro le tribune di cui solo una (la centrale) coperta e in grado di ospitare 10 mila spettatori. Capienza totale: 26 mila posti a sedere e 9 mila in piedi (Stacchini, preoccupato dalla grandezza della struttura aveva detto a Pirelli: "Se dovesse passare la moda del calcio che cosa faremo?"; la risposta di quello fu: "Non succederà mai"). Costo: 5 milioni di lire. Il 19 settembre si giocò la prima partita, il derby Inter-Milan (finita 6 a 3). Nel 1935 il Comune acquistò l’impianto e si decisero altri interventi: dal 1937 1.018 operai lavorarono per un anno intero su turni che coprivano tutte le ventiquattr’ore. Alla fine lo stadio poteva contenere 55 mila spettatori.