Varie, 15 dicembre 2003
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Serra Richard
• San Francisco (Stati Uniti) 2 novembre 1939. Scultore • «Uno dei più celebri scultori al mondo, Leone d´oro alla Biennale di Venezia. [...] Perché le sue opere sono così massicce? “Ogni persona, nelle proprie opere, si concentra su elementi diversi. Sarebbe come chiedere a Matisse: perché usa i colori? O a Mondrian: perché usa le linee rette? Un artista vuole trasmettere alla gente una determinata esperienza e per fare questo deve trovare i materiali che gli consentono di farlo. Io uso il peso come forma per comunicare alla gente come sperimentare il contenimento dello spazio. Il peso o la grandezza non sono il tema dell´opera, ma lo è il fatto di camminare dentro l´opera e quando si cammina il peso diminuisce. [...] Credo che oggi l´artista sia diventato molto più globalizzato. L´idea dell´artista che lavora in soffitta o nello spazio confinato di uno studio appartiene più al XIX secolo. [...] Se si realizza un´opera per il mercato globale, potrebbe essere una cosa negativa. Mentre se un artista realizza il proprio lavoro seguendo la propria soggettività, anche se lavora in posti diversi, ma non si fa condizionare dal pubblico e non realizza opere prodotte in serie, non credo che questo abbia importanza. Capisco cosa vuol dire la domanda. La globalizzazione potrebbe essere interpretata come una parola oscena o come un´ideologia di massa divulgata da una cultura capitalista. Ma io non faccio questo perché realizzo pochissime opere. Per esempio, avrò realizzato cinque o sei spirali e, in termini di mercato globale, non è lo stesso che produrre macchine o stampe. È molto diverso. Anche se le mie spirali sono in Germania, negli Stati Uniti o in altri paesi, non significa che io stia partecipando alla distribuzione di un prodotto globale. [...] Il futuro dell´arte è la gioventù che può sempre riservare momenti inattesi, grandi sorprese. L´arte non è lineare, non si può prevedere quale strada prenderà. I giovani del mondo dovranno scoprire come ampliare il linguaggio. A volte, la storia dell´arte è più una guida che un´influenza diretta. Fondamentalmente l´arte deriva dall´arte, ma deriva anche dai giovani. E i giovani, ne sono convinto, riusciranno ad ampliare il linguaggio in un modo che non avremmo mai potuto immaginare”» (Paolo Vagheggi, “la Repubblica” 15/12/2003).