Varie, 13 ottobre 2003
Tags : Rush Limbaugh
LIMBAUGH Rush Cape Girardeau (Stati Uniti) 12 gennaio 1951. Conduttore radiofonico • «Questa è la storia di un uomo del sud, un ragazzo ribelle e conservatore nato sulle rive del Mississippi che diventò una leggenda della radio, questa è la storia di come è caduto dall’altare alla polvere, questa è una storia dell’America di oggi
LIMBAUGH Rush Cape Girardeau (Stati Uniti) 12 gennaio 1951. Conduttore radiofonico • «Questa è la storia di un uomo del sud, un ragazzo ribelle e conservatore nato sulle rive del Mississippi che diventò una leggenda della radio, questa è la storia di come è caduto dall’altare alla polvere, questa è una storia dell’America di oggi. Una storia che parla di tranquillanti a base di oppiacei, del loro abuso proibito, di un quarterback nero in un mondo bianchi, dell’America profonda e reale, dell’eterna battaglia tra conservatives e liberals in cui l’ipocrisia, il politically correct e la guerra dei media la fanno da padroni. Rush Limbaugh è uno degli uomini più popolari d’America e anche uno dei più odiati. Il suo talk-show alla radio viene diffuso cinque volte alla settimana in tutti gli States da 650 stazioni, col suo ultimo contratto ha strappato 285 milioni di dollari per otto anni, i suoi ascoltatori, o meglio i suoi "fedeli", sono più di venti milioni, quanto la popolazione di una media nazione europea. I democratici non lo sopportano, nelle università è uno dei bersagli preferiti, Al Franken ha scritto su di lui un libro di successo dal poco criptico titolo Rush Limbaugh è un grande e grasso idiota. Amato e odiato perché Rush non ha mai nascosto le sue simpatie politiche e i suoi modelli di vita: repubblicano feroce (nel 1994 lo proclamarono ”deputato ad honorem”), battute contro le minoranze al limite del razzismo, difesa a spada tratta degli ideali dei bianchi, del sud, della religione, fustigatore dei costumi, paladino accanito della ”guerra a tutte le droghe”, accusatore implacabile di star come Kurt Cobain, il leader dei Nirvana morto suicida diversi anni fa, o di un attore progressista come Martin Sheen da lui chiamato ”Sheensky”. E autore di un paio di neologismi contro femministe e intellettuali democratici – ”feminazis” e ”commie-symps” - di grande successo tra la destra più arrabbiata. Il 10 ottobre 2003, a sorpresa, Rush ha lasciato di stucco i suoi ascoltatori: ”Ho sempre cercato di essere onesto con voi e senza segreti per quanto riguarda la mia vita. Oggi devo dirvi che quello che avete sentito e letto sul mio conto è vero. Sono un ”sedativo-dipendente’. Alla fine di questa trasmissione andrò in una casa di cura per trenta giorni a disintossicarmi”. Che qualcosa stesse andando storto nella vita di Rush lo si sapeva, la prima avvisaglia c’era stata a inizio ottobre, quando il popolare "radio anchorman" era stato cacciato su due piedi dalla più importante rete televisiva di sport (Espn) con cui collaborava. Motivo: aveva detto che Donovan McNabb, quarterback (sorta di regista) nero dei Philadelphia Eagles era sopravvalutato dai cronisti sportivi (e non) per il colore della sua pelle. Il football - sia a livello di college che tra i professionisti - è uno sport praticato soprattutto dagli afroamericani, di gran lunga i più bravi. Ma i quarteback (che secondo tradizione deve essere il più intelligente della squadra) sono in maggioranza ancora bianchi. Soprattutto negli Stati del sud, dove il football è più popolare del baseball, questo rimane uno dei pochi elementi di una supposta superiorità razziale. Una valutazione, quella di Rush, condivisa da molti. Ma nell’America "racially correct" le sua frase infelice diventa un macigno. Poca cosa al confronto di quello che avviene nel giro di pochi giorni. Il ”National Enquire” - diffuso tabloid da supermercato - pubblica la "vera storia" di Rush raccontata dalla sua ex donna di servizio: il football non c’entra niente, Limbaugh ”straparla” perché si ”impasticca” da anni di sedativi e tranquillanti. La donna, Wilma Cline, che ha lavorato per lui dal 1997 al 2001 nella villa da 30 milioni di dollari in Florida, è diventata successivamente la sua "pusher". Al giornale racconta di aver incontrato Rush ogni settimana per un anno in un parcheggio dandogli un finto sandwich imbottito di babyclues (pillole di OxyContin, un potente tranquillante a base di oppiacei) in cambio di scatole di sigari piene di banconote. Il racconto della donna (chi le fornisse le pillole e perché lo abbia denunciato resta un mistero) viene confermato dalla polizia, il procuratore della Palm Beach County non conferma ma neanche smentisce. In Florida comprare illegalmente sedativi e tranquillanti può essere punito fino a cinque anni di carcere e Rush avrebbe comprato almeno trentamila pillole senza ricetta. Lui si è difeso dicendo di avere iniziato ”legalmente” ad usarle perché soffriva alla schiena, ha ammesso di aver già tentato due volte senza successo di disintossicarsi accusando la stampa di avere detto sì la verità ma con ”inaccuratezze e distorsioni”. I suoi nemici cantano vittoria: il grande accusatore contro le droghe di tutti i tipi è caduto sulla più banale pillola» (Alberto Flores d’Arcais, ”la Repubblica” 13/10/2003).