Alessandra Costa, ཿdiario 31/3/1999, 31 marzo 1999
La popolazione dovrebbe essere la seconda grande risorsa irachena. Negli anni Settanta gli alti livelli di istruzione, sanità ecc
La popolazione dovrebbe essere la seconda grande risorsa irachena. Negli anni Settanta gli alti livelli di istruzione, sanità ecc. avevano fatto del Paese un modello di progresso. Tre quarti della popolazione attuale sono però nati dopo il 1980. L’analfabetismo si è gonfiato, i migliori lavoratori sono emigrati, la prosperosa classe media è stata rovinata dalle sanzioni. [1] Da ”diario” del 31 marzo ’99: «Il blocco decretato dopo la guerra del Golfo ha minato l’intero sistema educativo nazionale: dalle università, dove la fuga dei cervelli continua costante malgrado il costo esorbitante che comporta l’uscita dal Paese (400 mila dinari, a fronte di uno stipendio medio mensile dei funzionari statali di 5 mila), giù giù fino alla scuola elementare, dove l’assenteismo è ormai la norma e nelle scuole non mancano solo libri e computer, ma banchi, lavagne, a volte addirittura porte, spesso anche acqua e luce [...] I fiori all’occhiello dell’apparato accademico iracheno – i settori scientifici e della medicina, in passato strettamente legati ai programmi militari del ministero della Difesa – privati di mezzi e di contatti con l’esterno, versano in uno stato di assoluta decadenza. ”E’ già tanto se riusciamo a diplomare qualche infermiere”».