Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1999  aprile 13 Martedì calendario

Al quarto piano di un palazzo di Carnaby Street a Londra un gruppo di ragazze da qualche tempo produce ”The Erotic Review”, la prima rivista letteraria dedicata interamente alla scrittura erotica: grafica molto sobria con richiami settecenteschi, illustrazioni raffinate, citazioni dotte in copertina, all’interno un assortimento di brevi saggi e racconti di autori colti

Al quarto piano di un palazzo di Carnaby Street a Londra un gruppo di ragazze da qualche tempo produce ”The Erotic Review”, la prima rivista letteraria dedicata interamente alla scrittura erotica: grafica molto sobria con richiami settecenteschi, illustrazioni raffinate, citazioni dotte in copertina, all’interno un assortimento di brevi saggi e racconti di autori colti. Rowan Pelling, 31 anni, laurea in letteratura inglese a Oxford, da due anni e mezzo alla guida della rivista: «I nostri lettori sono persone molto rispettabili, di una certa età, soprattutto gli uomini tendono ad avere più di 45 anni. Le donne, invece, vanno dai 25 ai 75 anni. Quando si invecchia piace leggere e parlare di sesso. Farlo diventa un intervallo tra pensarlo, parlarne e leggerne. I nostri lettori sono persone piene di primavera, di vita, persone che amano la buona tavola e il sesso. Gente che ha ancora in sé un diavoletto. Ma che vive in rispettabili cittadine tipo Savenoaks e con indirizzi tipo Manor House o The Vicarage. Una Gran Bretagna molto tipica, esattamente come piace immaginarla all’estero, molto dabbene [...] Abbiamo molti accademici, medici, scienziati, molti avvocati, qualche giudice e anche aristocratici [...] A proposito, è una favola che a noi britannici non interessi il sesso. Lo posso assicurare che è assolutamente una favola [...] Noi ridiamo molto, noi troviamo il sesso molto divertente. Non è vero che non lo facciamo, e quando lo facciamo lo troviamo molto divertente». Come definirebbe la scrittura erotica? «C’è in essa qualcosa di molto sottile, che la distingue da ciò che si trova nelle riviste pornografiche. C’è l’idea che, per quanto si mostri, qualcosa rimane ancora nascosto. C’è tensione». Ha fissato dei limiti da non valicare? «No, non penso che lo si debba fare [...] L’unica cosa che ha scandalizzato i nostri lettori è stata una vignetta con la regina e il principe Filippo nudi. Ho imparato che in questo Paese non si possono toccare la regina e Judy Dench (la Elisabetta I di ”Shakespeare in love”). L’altro giorno eravamo al ristorante e uno di noi, un po’ alticcio, ha cominciato a parlare ad alta voce di sesso orale. Temevamo chissà quale reazione, ma solo quando ha detto che non gli piaceva Judy Dench nel ristorante si è levato un coro di proteste [...] Certo, in materia di sesso restano aree oscure. Un esempio per quanto riguarda le immagini: l’opinione comune, in mancanza di indicazioni precise dalla legge, è che se mostri un’erezione sopra i 45 gradi tu sei nei guai. E noi lo facciamo, perché pubblichiamo immagini di accoppiamenti e sesso orale, ma sono immagini artistiche e non si può dire che siano gratuite o pornografiche. Non credo che rappresentiamo una minaccia, tuttavia allo stesso tempo facciamo qualcosa di molto sovversivo» . [...] Che cosa fa una graziosa ragazza come lei in un posto come questo? «[...] Perché no? Anche le ragazze, le graziose ragazze, amano il sesso. E poi faccio questo perché non riesco a pensare ad un lavoro migliore [...]».