Amos Elon, "Il Grande Rothschild", Mondadori, 25 maggio 1999
In Germania, nel Settecento «gli ebrei non avevano alcuna possibilità di ottenere un permesso di soggiorno definitivo a meno che non avessero abbastanza denaro per acquistare una casa; e anche quando avevano soldi a sufficienza, vigeva quasi ovunque il numerus clausu
In Germania, nel Settecento «gli ebrei non avevano alcuna possibilità di ottenere un permesso di soggiorno definitivo a meno che non avessero abbastanza denaro per acquistare una casa; e anche quando avevano soldi a sufficienza, vigeva quasi ovunque il numerus clausu. Le liste di attesa erano lunghe. Migliaia di ebrei senza tetto girovagavano così per le campagne alla stregua di zingari, chiedendo l’elemosina o vivendo di espedienti. Alcuni di essi finivano per entrare a far parte di qualche banda organizzata. Il gergo della malavita nella Germania del XVIII secolo era infarcito di ebraismi. Si narrava che vi fossero briganti ebrei talmente devoti da mettere a segno i loro colpi durante la settimana per evitare di dover rubare il sabato. Quello che accomunava gli ebrei erranti, i banditi e gli agenti di corte era un disprezzo per la società che li rifiutava o li opprimeva, disprezzo che i banditi manifestavano attraverso la violenza, mentre gli ebrei di corte attraverso l’adulazione, l’astuzia e la scaltrezza».